mercoledì 31 dicembre 2014

Botto di Capodanno


Arturo, che da sempre porta il suo nome improbabile, ha sposato Deborah, dal nome altrettanto improbabile, ormai ventisette anni fa. L’unica figlia vive a Düsseldorf dove ha trovato un ragazzo tedesco col quale convive ormai da tempo. Si dedicano al catering nella società del padre di lui, e lei sembra non avere alcuna intenzione di tornare in Italia.
Arturo segue la vecchia madre, che vive lontana, e pure un fratello, con grossi problemi di salute, ma lo fa dimenticando Deborah, che inizia non sopportare più la situazione. Deborah ha sete di vita, dopo aver superato i mesi di paura in seguito ad un intervento chirurgico di emergenza al quale ha dovuto essere sottoposta dopo un incidente in auto. Sembrava dovesse rimanere paralizzata ma si è completamente ristabilita, o quasi, ed ora si lancia con entusiasmo in ogni attività o viaggio o nuove amicizie.
Il loro matrimonio è in crisi, ma per ora vanno avanti, e in qualche modo convivono. Per una serie di partenze di amici e contrattempi vari la notte di San Silvestro si ritrovano da soli e decidono di cenare a casa, visto che per prenotare in qualche locale, quando si rendono conto della situazione, è ormai troppo tardi.  
Poi andranno al cinema, per lo spettacolo di mezzanotte, cosa che non fanno da tanto tempo.
Verso le ventidue sono alla cassa del Multisala Odeon, chiedono due posti vicini per lo spettacolo che interessa loro, ma pare sia impossibile. Si guardano un po’ infastiditi perché non si aspettavano quel nuovo contrattempo, ma accettano i posti separati.
Entrano in sala appena finito lo spettacolo precedente, investiti dal caldo soffocante e dall’odore dei pop-corn, poi cercano la fila ed il numero loro assegnati, perché non è permesso sedersi liberamente, come ricorda un cartello all’ingresso della sala C.
Deborah, che deve il suo nome ad una attrice che piaceva tanto a sua madre, si ritrova seduta accanto ad un paio di ragazzi poco più che ventenni che semplicemente sembrano incollati tra loro, e le fanno un po’ tenerezza ed un po’ rabbia, pensando alla sua situazione. Arturo è seduto tre file più avanti, esattamente tra due enormi individui che sembrano gemelli. E si sente un po’ sperduto. Si gira indietro, per guardare come è sistemata Deborah, e vede che un posto accanto a lei è ancora libero, ma non è permesso spostarsi. Il legittimo possessore del biglietto con quella fila e quel numero può arrivare da un momento all’altro. 

Qui bisogna fare una breve parentesi. I posti assegnati in modo automatico dal programma che gestisce la sala verrebbero probabilmente distribuiti in modo più logico se a farlo fossero le addette alla cassa, ma questo il proprietario non lo ha voluto, ritenendo più adatto ai suoi scopi delegare al computer ogni cosa. E quella sera il software va in tilt, decidendo di testa sua di abbinare le persona a caso, rompendo amicizie, allontanando amanti e coniugi, compagni e gruppi. E nessuno si rende conto dell’idiozia alla quale viene sottoposto, perché il sistema dei posti assegnati in questo modo è ormai cosa accettata da tutti o quasi. Chi non accetta non va al cinema. O prendere o lasciare.

Poco prima che lo spettacolo inizi, durante l’ultima pubblicità, accanto a Deborah arriva un uomo, pure lui da solo, perché la sua compagna è stata confinata al capo opposto della sala. Si siede cercando di dare poco fastidio, si ripiega il giaccone e se lo sistema sulle ginocchia poco prima che inizino i titoli di testa del film.
Verso la metà del primo tempo lei non ricorda che accanto c’è quell’uomo, e non Arturo, e fa un commento a voce bassa. Subito si rende conto dell’errore, e chiede scusa, ricevendo in cambio un sorriso che la tranquillizza.
Quando la luce dell’intervallo si riaccende lei si scusa del disturbo, ma lui sorride ancora, e finiscono per iniziare a parlare del film, prima che il buio in sala torni di nuovo.
Alla fine dello spettacolo, quando mancano circa venti minuti a mezzanotte, Deborah si ritrova con Arturo verso l’uscita, e accanto a loro si è riunita pure la coppia di Martino (così si chiama l’uomo che si è seduto accanto a lei durante la proiezione) e Lucia.
Sembra che tutto poi venga deciso con naturalezza, indipendentemente dalle volontà dei singoli, e in quattro si ritrovano a cercare un locale aperto dove stappare una bottiglia e scambiarsi gli auguri di mezzanotte.
Il posto non è lontano, si siedono nell’unico spazio che trovano libero ed ordinano un brut, per festeggiare il Capodanno.
Arturo e Lucia sembrano un po’ tesi, ma in qualche modo accettano la situazione. Deborah e Martino invece sembrano divertirsi sul serio, e parlano del film, dei figli, del lavoro, delle vacanze, dei progetti per l’anno che viene come se non aspettassero altro. È Martino che quando portano la bottiglia nel secchiello del ghiaccio si offre di fare il botto al momento giusto, e manca davvero poco, una manciata di minuti.

E manca davvero poco, dopo quella strana serata di San Silvestro gestita da un software impazzito, perché Martino e Deborah non inizino a vedersi. Prima in modo quasi occasionale, e poi sempre più combinato e consapevole, sino al momento nel quale entrambi comunicano ai rispettivi coniugi che intendono separarsi, ed iniziare una nuova vita, con un’altra persona.

                                                                                            Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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