martedì 30 dicembre 2014

L’ottimista


Antonio esce di casa ed incontra subito un volto per lui spiacevole, che gli porta alla mente ricordi tristi. Anche lui ha vissuto momenti difficili, come tutti, tuttavia sorride a quella persona, scambia poche parole con lei senza tentare di passare senza salutarla, e solo dopo prosegue per la sua strada.
Quella mattina in casa non aveva nulla di adatto, quindi entra in un locale poco lontano, dove fa una colazione come non si concedeva da tempo. Nel bar è costretto ad ascoltare le deliranti discussioni a voce altissima fra tre uomini che, accanto ad un tavolinetto, commentano le notizie del giornale snocciolando una sequenza ininterrotta di luoghi comuni, bestemmie, accuse a tutto ed a tutti. Uno di loro dopo poco saluta ed esce, ed i due rimasti, come se non aspettassero altro, iniziano a parlare di questo come di un fallito ed uno sfigato, che non ha mai concluso nulla nella vita.
Antonio tenta di abbassare il volume dell’audio, ma non gli riesce, ed è costretto a subire quei discorsi squallidi sino alla fine del suo caffè macchiato. Poi, senza perdere tempo a tentare di raggiungere un giornale da sfogliare, si reca alla cassa, dove una donna ancora giovane ma non più una ragazzina gli fa un sorriso, mentre paga. E questo lo risarcisce della sofferenza di prima, dell’aver dovuto ascoltare quegli uomini, ed esce un po’ più allegro.
Tenta un esperimento quando è in strada, anche se in realtà è solo una scelta consapevole, visto che sa benissimo quali sono gli effetti di certe azioni.
Mentre cammina cerca un’occasione giusta, un motivo per fare quanto ha in mente, ma un motivo che sembri casuale, non un semplice modo di invadere la vita privata altrui o di attaccare discorso, specialmente se si tratterà di una donna.
Cammina, diretto verso il centro dove deve andare per sbrigare una pratica fastidiosa, ma non trova quello che cerca, e sembra quasi costretto a rinunciare, quando finalmente l’occasione gli si presenta, servita come meglio non avrebbe potuto.
Accanto passano due in bicicletta, quasi lo sfiorano, forse volutamente gli sono passati tanto vicini, perché a volte chi va in bicicletta “fa il pelo” ai pedoni che stanno un po’ troppo fuori dai loro spazi. All’ultimo di loro però cade una piccola valigetta in similpelle e quello sembra non accorgersene.
Lui allora urla, richiama la loro attenzione, e mentre si china a raccogliere la valigetta l’uomo della coppia si gira indietro, con aria aggressiva, come se fosse pronto ad attaccare lite e non cercasse altro.
Antonio però sorride, e mostra la valigetta, tenendola alta, e gli urla che l’ha persa proprio in quel momento. Anche la donna della coppia adesso si ferma e si volta dalla sua parte, e poi entrambi tornano indietro.
Stavolta l’uomo smette la faccia da attaccabrighe, è costretto ad un’espressione gentile, e mentre si ferma accanto a lui, gli sorride a sua volta. Anche la donna, alla fine, quando li raggiunge e si ferma, inizia a sorridere perché ha capito cosa è successo.
Ora è tutto un ringraziare ed essere gentili, mentre solo pochi minuti prima le premesse potevano evolvere in una lite in mezzo alla strada, con inviti ad andare a quel paese oppure offese del tutto gratuite, per sfogare rabbie e problemi, ansie e bisogno di avere ciò che la vita non ha intenzione di concedere.
Nessuno dei tre, quel giorno, ha risolto uno solo dei problemi che portava dentro: il lavoro, la casa, il figlio, la salute, la macchina, quel debito, l’insoddisfazione, i tradimenti di ogni genere, il tempo che passa, la morte e la solitudine. Tutto è rimasto come prima, ma l’umore è cambiato, forse anche solo per una decina di minuti.  
                                                                                            Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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