Vieni, siediti, voglio raccontarti la storia del povero
cittadino italiano che subisce lo strapotere della politica, dei disonesti nei
posti che contano, delle brave persone che saprebbero benissimo cosa fare se
fossero al governo invece di quella massa di ladri che non è neppure stata
eletta e pretende di negare i nostri diritti chiamandoli privilegi e non
rinuncia a propri privilegi, perché sono diritti.
Se vuoi te la racconto sul serio questa favola, che
ovviamente si fonda su fatti reali, ha una sua morale, la si può raccontare
tante volte sino a quando i bambini ci crederanno come credono a Babbo Natale.
Ma se sai come la penso avrai già capito che a questa favola
io non credo, e non te la voglio raccontare, ed invece ti racconto la storia
di un omino strano, che guardava lo sporco sparso in giro, i rifiuti abbandonati e la furbizia che non ci lascia mai.
Dunque. In un paese chiamato Italia, alcuni anni fa, a
qualche amministratore locale venne l’idea di migliorare la raccolta dei
rifiuti, di differenziare il più possibile, di recuperare tutto quanto si poteva
recuperare come carta, vetro, plastica, alluminio e così via. Si tentò pure di
differenziare le cose pericolose ed ingombranti, e poco a poco le cose in
effetti diedero i loro risultati. Con gli inevitabili piccoli problemi che ogni
mutamento delle abitudini comporta i rifiuti iniziarono ad essere
differenziati. La cosa che però cominciò ad evidenziarsi fu un fenomeno
probabilmente non previsto o sottovalutato. Mentre le discariche diventavano
più pulite ed ecologiche, le strade diventavano più sporche. Qualcuno iniziò a
racchiudere in spazi protetti i propri rifiuti per evitare che il vicino o il
maleducato che abitava in qualche altro quartiere buttasse nei suoi cassonetti
tutte le cose che potevano creare problemi.
Sparirono dalle strade i raccoglitori pubblici per l’indifferenziata,
che da quel momento si poteva smaltire solo usando gli appositi sacchetti dati
in numero limitato ad ogni nucleo familiare.
E veniamo ai nostri giorni. Se occorrono altri sacchetti questi
si possono acquistare in piccole confezioni da otto pezzi da trenta litri al
prezzo non esattamente economico di 17 euro e 16 centesimi. In queste
condizioni ora capisci bene cosa può succedere.
Molti tentano di non pagare per questi sacchetti e provano
pure a raccogliere senza differenziare per evitare perdite di tempo o piccoli
fastidi, ma poi non vogliono essere scoperti, quindi cercano di buttare i loro
rifiuti ovunque tranne che a casa loro. Ad esempio li abbandonano in strada, li
buttano nei cestini pubblici, li portano nei bidoni altrui, li gettano ovunque,
anche ai lati delle strade o in spazi di sosta, quando nessuno li vede.
Da un condominio qualcuno trova più comodo buttare la
propria spazzatura nei bidoni del condominio vicino, che così dovrà farsi
carico delle spese di pulizia e smaltimento della propria area, sino a quando
anche quest’ultimo condominio, con i suoi abitanti ormai esasperati di essere
diventati una discarica cittadina, si costruirà un’isola ecologica con pannelli
metallici e chiusa a chiave. I rifiuti in cassaforte.
L’omino strano è intervenuto a portare ordine
insomma, o forse solo a spostare altrove il problema, visto che neppure lui
crede alla favola dei cittadini che improvvisamente diventano educati.
Lui in persona mi ha raccontato di una discussione avvenuta tra due
residenti di questi condomini vicini. Il primo stava buttando un
sacchetto non regolamentare in uno dei bidoni di pertinenza del secondo. Questo
fa notare al primo che non è corretto usare quel tipo di sacchetto per quel
bidone, e lo fa probabilmente un po’ innervosito, perché ogni giorno trova di
tutto dentro e fuori i suoi bidoni.
-
Ma lei ce l’ha con me!- dice il primo, e se ne va tranquillamente, sicuro del suo
pieno diritto.
Quando finalmente anche il secondo condominio si dota di un piccolo posto protetto e chiuso con una serratura, ognuno dei suoi
condomini riceve la chiave, e le cose iniziano a migliorare, in modo visibile. Finalmente
l’isola ecologica, ora privata, è pulita o quasi.
I due si rivedono dopo mesi dalla loro prima
discussione, e quello che ha appena ricevuto le chiavi chiede all’altro se a
sua volta ha avuto le chiavi di quell’isola ecologica.
Ovviamente la risposta non può essere che negativa, dopo
qualche tentativo di depistare il discorso.
-
Vede allora che quel giorno io avevo ragione? –
-
Sì, ma lei mi ha aggredito, mi ha trattato come se fossi un
delinquente! -
La cosa si conclude con una stretta di mano e gli auguri di
buone feste, ma l’omino strano che assiste alla scena sorride, e sa
benissimo che è facile scaricare sugli altri le proprie responsabilità,
specialmente quando si pretende di avere sempre una giustificazione per ogni
propria azione, senza mai arrivare ad ammettere il proprio errore, neppure a
capire che chi deve subire in modo ripetuto le ingiustizie ha almeno il diritto
di essere, ogni tanto, almeno innervosito.
Sicuramente a buttare i rifiuti in giro non sono i politici
superpagati e approfittatori della povera gente, ma è esattamente la cosiddetta
povera gente, cioè siamo tutti noi. Questa è la fine della storia, e se la vuoi
capire è tutta qui.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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