Segantini - Ritorno dal bosco |
Arrivava puntuale, tanti anni fa, e scendeva sui luoghi
conosciuti restituendo loro le emozioni perdute, quelle delle poche stagioni vissute,
ma che sembravano tutte, sembravano immutabili, sembravano…
Ora è arrivato il mutamento, ci siamo immersi. Forse colpevoli,
sicuramente anche vittime. Ma è la neve che vedo ora, su poche cime, a
riportarmi quel tempo, e l’inverno che ancora non si decide ad arrivare.
Mi sembra incredibile che oggi qualcuno non abbia i miei
ricordi, eppure è la cosa più naturale del mondo avere i propri e non quelli
degli altri. E non è solo la linea del tempo che percorriamo con diversi punti
di partenza e di arrivo a giustificare una diversa visione del passato, ci sono
i luoghi, e le persone che ci hanno accompagnato per alcuni tratti.
Se penso a quali emozioni mi procura un edificio, un
negozio, una strada, a volte rimango stupito. Sono legato alle cose? Si tratta
di egoismo reazionario che rifiuta le nuove opportunità e dimentica le persone?
Eppure quella stanza, quel tavolo, o quell’angolo di città mi riportano
esattamente le persone e non la materia morta. Vedo coloro che l’hanno
calpestata, sfiorata, toccata, costruita o modificata. Alcuni sono andati via
da tempo, altri no, ma io li ho cristallizzati, fotografati tutti, in modo non
sempre cosciente, ed ora sono nelle cose, ne fanno parte. Talvolta poi ritornano
in un modo imprevedibile.
Quando un importante lavoro del mio maestro delle
elementari, sotto forma di un grosso volume, mi guarda dalla vetrina di una
libreria, io riconosco quel richiamo, e stavolta lo ascolto, gli rendo omaggio,
lo acquisto. Quel libro tratta un tema per me lontano, distante dai miei
interessi? Certo, è così. Eppure lo ha scritto lui, e io voglio qualche cosa di
suo, anche se difficilmente sarò mai in grado di leggerlo o di capirlo.
La neve che tra poco cadrà ricoprirà un po’ delle paure, dei
rimpianti e delle nostalgie, e poi anche lei se ne andrà, cedendo come è giusto
alla vita che prosegue, a volte per vie nuove che per ora sembrano difficili ma
che diventeranno familiari, aggiungendo, invece di togliere, emozioni ed
abitudini.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Che felicità quando da piccola mi svegliavo con il rumore che facevano gli spalatori in strada, rumore avvolto nel silenzio ovattato della neve! Sapevo che sarei andata in cortile a fare l'angelo nella neve fresca! Sì tante persone, tante cose sono passate, ma mai quel rumore legato alla felicità! Ancora lo sento a volte e sorrido!
RispondiEliminaquesta neve, che aspetto, deve aiutarmi.. pure a ricordare, a fare pace in qualche modo anche con me stesso... il resto per ora non so... vivo emozioni...
EliminaAmo la neve amo il suo silenzio amo il suo candore starei ore a guardarla cadere.
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