domenica 7 dicembre 2014

fuori campo


Ancora guardo e mi giro, con discrezione, ma mi interessa sempre. Talvolta è un gioco alla pari, nel senso che a qualcuna fa obiettivamente piacere suscitare interesse, ma assolutamente non posso generalizzare, e direi scemenze se pensassi che ogni donna usa uno stesso approccio nei rapporti sociali. Del resto pure agli uomini non dispiace passare inosservati, da un certo punto di vista, anche in questo caso con le mille sfaccettature ed eccezioni che valgono per le donne.
Poi ci sono casi particolari nei quali si arriva al vero e proprio interesse specifico anche sul piano dell’orientamento sessuale. Alle tipologie, alla tassonomia insomma. E su questo potrei dire alcune cose, ma non adesso, perché in realtà quello che mi preme ora è altro.
Io non sopporto il guardone della sofferenza, il curioso del sentimento ferito, il professionista del gossip che sfiora il personale quando non ci sono altri motivi se non il gusto morboso del farsi i fatti altrui, meglio se di grandi decaduti, di vittime di violenze o di persone normali ed anonime buttate alla ribalta loro malgrado.
 
Mauro Fortini che si mette "in campo"
Non sopporto le trasmissioni che ricercano persone scomparse, ad esempio. Ammetto che potrebbero essere utili, ma per certe sue componenti mi sembra voyeurismo squallido. E non mi interessano. Non guardo assolutamente i programmi che speculano sui sentimenti, che raccontano di ritrovamenti di persone che sembrano incontrarsi in un certo momento davanti a noi. Odio cordialmente quella parte dei notiziari che indugia su alcuni particolari, che non fornisce notizie ma spazzatura mediatica, imbarazzo e interviste a vittime o carnefici, oppure a passanti che descrivono vittime e carnefici.

Non sopporto neppure il turismo dell’orrore: la visita sul luogo dove è avvenuto il delitto, dove è scoppiato l’incendio, dove è affondata la nave o dove si è ritrovato il corpo. Mi piace guardare, insomma, ma in un certo modo. Mi piace pure essere guardato, anche se ormai c’è ben poco da guardare, ma sempre entro certi paletti che ho molto chiari.
Racconto solo due episodi, giusto per chiarire un po’.
Tantissimi anni fa, per puro caso, venni fotografato in una gelateria all’aperto di Ferrara mentre consumavo una granita, e la foto finì sul Resto del Carlino nella cronaca cittadina a corredare un articolo dove si parlava di come trascorressero l’estate in città i ferraresi. Non mi si vedeva del tutto perfettamente, come nessun altro in quella foto era pienamente riconoscibile, e la qualità della stampa in quel tempo non permetteva una definizione maggiore. Ma la cosa mi divertì molto, e provai pure un certo piacere nel poter citare l’episodio, anche se purtroppo non ho pensato di conservare quel giornale.
Qualche anno dopo, in tempi recentissimi, sul posto di lavoro scoppiò un piccolo incendio subito soffocato e senza danni se non l’evacuazione della sala dove io e non tanti altri stavamo tenendo una riunione. Molto fumo, un po’ di allarme, e nulla di più. Intervennero però i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e anche un giornalista. Quando notai che questi stava per fotografare il punto dal quale era partito tutto io mi scostai, mentre altri rimasero al loro posto. Con la cronaca del giorno successivo uscì il breve trafiletto che riportava la notizia e la foto del mio capo e di un collega che indicavano un punto specifico dell’edificio. Ma io non apparivo, ero esattamente alle loro spalle, un paio di metri fuori campo.

                                                                       Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana