Qualche pensiero amaro sull’immobilismo, sulla pigrizia e sulle
rendite destinate ad esaurirsi se non avviene un mutamento.
In questi tempi di crisi che colpisce duramente certi settori del commercio vedo troppi negozi che chiudono, ma ne noto pure altri che rinunciano a sedi costose e grandi per continuare la loro resistenza (e la loro attività) in locali meno costosi, senza cedere, senza morire.
In questi tempi di crisi che colpisce duramente certi settori del commercio vedo troppi negozi che chiudono, ma ne noto pure altri che rinunciano a sedi costose e grandi per continuare la loro resistenza (e la loro attività) in locali meno costosi, senza cedere, senza morire.
Altri ancora si rinnovano e offrono al mercato quanto
chiede, si aggiornano, puntano sull’immagine, sui prodotti, sulla ricercatezza
o sulla convenienza. Così facendo mantengono
vivo il centro storico o il quartiere, oltre a restare in gioco, a non fuggire
all’estero, a mantenere a volte dipendenti e a far girare l’economia.
Io vivo da anni a Rovereto, in Trentino. Inoltre vado
regolarmente a Ferrara, e vivo diviso tra due luoghi, con legami che non so far
altro che mantenere, allentare a volte, ma non chiudere. Soffro di dissociazione
spaziale (a pure temporale, ma questo per ora lo ignoro).
Da anni ed anni quindi vedo alcuni negozi del centro di
Rovereto con la stessa immutabile offerta per i passanti, praticamente
tramandata di generazione in generazione. Una piccola vetrina sembra, in questi
giorni, perfettamente in tema. Il turista che ci passa davanti oggi nota il bel
presepe con le lucette, e si ferma ad ammirarlo un attimo. Quel presepe però
era in vetrina, allo stesso posto, anche nel mese di agosto, e nel periodo natalizio
di un anno fa, e ancora prima. Quella è una vetrina giurassica. Una delle
tante.
Quello che però ieri mi ha fatto salire la rabbia è stata una
passeggiata serale, dopo le diciotto, per vedere il centro cittadino dopo l’assalto
al Mercatino tradizionale di Rovereto, che anno dopo anno richiama in città
decine di migliaia di visitatori da quasi tutta Italia.
In regione è diventato un affare commerciale che muove
interessi enormi. Originario dei paesi nordici, il mercatino di Natale, è
arrivato prima a Bolzano, e poi in Trentino. Quando per la prima volta vidi
quello viennese rimasi ammirato e stupito, e solo in seguito la tradizione
scese sotto le Alpi in quella forma praticamente di importazione.
Ora però alcuni ancora non capiscono cosa comporti tutto
questo in termini di nuove opportunità. Ricordo che Rovereto è sede del Mart, è
la Città della Pace, ospita il Museo Depero, il Museo della Guerra nel Castello
ed altre attrattive, sia in città che nelle vicinanze.
Sono entrato in una rivendita di giornali e tabacchi, in
pieno centro, a cento metri dal Mercatino, il Natale dei Popoli.
Ho comprato un dvd che mi interessava ed una piccola campana
della pace, che intendo regalare nel prossimo periodo. Ho chiesto se durante il
giorno hanno avuto molto giro e la risposta lapidaria è stata: « Passano ma non
entrano!».
Ho pagato e sono uscito, poi ho guardato le vetrine di
quella tabaccheria. Identiche ad un anno o due anni prima. E mi sono innervosito.
Poi ho continuato la passeggiata, in centro, ma evitando le casette natalizie,
ancora invase da centinaia di turisti. Una antica drogheria, esattamente di
fianco alla casa dove Mozart eseguì uno dei suoi primi concerti, con merce
anche tipica o particolare, era piena di clienti. In altre zone della città ho
visto ugualmente pieno un punto vendita di ceramiche famose a livello locale e
nazionale. Poco più avanti un negozio di prelibatezze caratteristiche, con
grappe, vini, cioccolatini anche firmati, con una M che ricorda sia Mozart che
il Mart, aveva clienti in coda alle casse.
Ed ho pensato con rabbia a quella tabaccheria che con una
gestione miope non sa offrire al turista quello che il turista chiede. Cartoline
aggiornate della città e delle sue bellezze, oggetti di artigianato locale o
delle valli trentine, magari in legno, che qui si lavora ancora, e non proviene
solo dai boschi della Cina.
Basterebbe poco per rinnovare la vetrina, o anche solo una
sua parte, con questa tipologia di oggetti che richiamerebbero chi viene dalla
pianura e cerca la magia della montagna e del natale con la neve.
Silvano C.©
PS - Aggiungo, oggi, 9 dicembre 2014, un'informazione supplementare riguardante il post. A Rovereto, secondo i quotidiani locali, si stima siano stati spesi dai visitatori arrivati da tutta Italia, da 1,5 a 4 milioni di Euro. ( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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