Lo scrittore è un uomo che più di chiunque
altro ha difficoltà a scrivere.
Thomas Mann
Andare a ruota libera e seguire i propri
pensieri non è un lavoro, al massimo è un hobby, un’occupazione piacevole che
non pesa, che si fa per sé stessi prima che per gli altri. Un lavoro è altra
cosa, e solo raramente il lavoro coincide con questo piacere. Ciò avviene per
pochi fortunati, non per la maggioranza dei comuni mortali. Andare a ruota
libera significa dipingere un quadro, levigare un pezzetto di legno di ulivo
stagionato annusandone il profumo, mettere a punto una moto, e sentire la
vibrazione meccanica come una pulsazione viva.
E significa prima di tutto smettere appena
non se ne sente più il desiderio o la necessità, perché non si è obbligati ma
si vuole fare.
Significa perdere il filo di un discorso e
pensare ai regali, alla tradizione ed alla formalità, al bisogno che abbiamo di
farne e riceverne, perché siamo unici, ognuno di noi lo è, e meritiamo
attenzione. Ecco perché diciamo “non fiori ma opere di bene” e poi siamo i
primi a trasgredire questo invito. Oppure ci scherniamo a diciamo che non importa,
ma restiamo delusi se invece anche solo di un piccolo pensiero riceviamo un
bigliettino sul quale troviamo scritto: «Quest’anno
ho deciso di dare a chi ha bisogno i soldi che spendevo per i regali agli amici
ed ai parenti!».
Ma ritorno al tema dopo aver deviato, e di questo ti chiedo scusa. Del resto l’ho fatto perché non mi sento obbligato a seguire per
forza un tema. Era una conferma che mi dovevo dare, non credi? Oramai ci ho
preso l’abitudine. Se non riesco a mettere nero su bianco anche poche righe
ogni giorno mi sembra di aver perso un’occasione. A volte mi capita, è ovvio. Gli
impegni della vita non li scegliamo mai noi, non tutti almeno.
La programmazione, quella necessità di prevedere le azioni e
l’attività era un’illusione anche quando ero tenuto a formalizzarla. Lo sapevo,
lo sapevamo tutti, ma si redigeva e si continua a farlo, fingendo di poter
essere padroni del proprio futuro o di quello altrui. Al massimo è un
canovaccio, una base per una recita a soggetto, non un testo cristallizzato che
deve essere semplicemente seguito esattamente com’è scritto. E poi quando mai
un grande interprete segue alla lettera il testo o lo spartito? Lo interpreta,
appunto, ci aggiunge la sua visione, la sua genialità. Alla fine di un concerto
non conta solo l’autore della sinfonia, ma contano, e moltissimo, il maestro, e
i solisti, e l’intera orchestra.
Forse in realtà le cose si complicano, devo dirtelo. Non è
come ho scritto sino ad ora. La grande passione per raggiungere certi risultati
richiede impegno, ed anche chi ama il proprio lavoro alla fine deve soffrire,
deve far fatica, deve impegnarsi, deve fare esattamente alcune cose che
preferirebbe evitare. La conclusione non è necessaria, ora. Anzi, è esattamente
questa!
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.