mercoledì 24 dicembre 2014

Il bisogno di…


Lo scrittore è un uomo che più di chiunque altro ha difficoltà a scrivere.  
Thomas Mann

Andare a ruota libera e seguire i propri pensieri non è un lavoro, al massimo è un hobby, un’occupazione piacevole che non pesa, che si fa per sé stessi prima che per gli altri. Un lavoro è altra cosa, e solo raramente il lavoro coincide con questo piacere. Ciò avviene per pochi fortunati, non per la maggioranza dei comuni mortali. Andare a ruota libera significa dipingere un quadro, levigare un pezzetto di legno di ulivo stagionato annusandone il profumo, mettere a punto una moto, e sentire la vibrazione meccanica come una pulsazione viva.

E significa prima di tutto smettere appena non se ne sente più il desiderio o la necessità, perché non si è obbligati ma si vuole fare.



Significa perdere il filo di un discorso e pensare ai regali, alla tradizione ed alla formalità, al bisogno che abbiamo di farne e riceverne, perché siamo unici, ognuno di noi lo è, e meritiamo attenzione. Ecco perché diciamo “non fiori ma opere di bene” e poi siamo i primi a trasgredire questo invito. Oppure ci scherniamo a diciamo che non importa, ma restiamo delusi se invece anche solo di un piccolo pensiero riceviamo un bigliettino sul quale troviamo scritto: «Quest’anno ho deciso di dare a chi ha bisogno i soldi che spendevo per i regali agli amici ed ai parenti!».



Ma ritorno al tema dopo aver deviato, e di questo ti chiedo scusa. Del resto l’ho fatto perché non mi sento obbligato a seguire per forza un tema. Era una conferma che mi dovevo dare, non credi? Oramai ci ho preso l’abitudine. Se non riesco a mettere nero su bianco anche poche righe ogni giorno mi sembra di aver perso un’occasione. A volte mi capita, è ovvio. Gli impegni della vita non li scegliamo mai noi, non tutti almeno.



La programmazione, quella necessità di prevedere le azioni e l’attività era un’illusione anche quando ero tenuto a formalizzarla. Lo sapevo, lo sapevamo tutti, ma si redigeva e si continua a farlo, fingendo di poter essere padroni del proprio futuro o di quello altrui. Al massimo è un canovaccio, una base per una recita a soggetto, non un testo cristallizzato che deve essere semplicemente seguito esattamente com’è scritto. E poi quando mai un grande interprete segue alla lettera il testo o lo spartito? Lo interpreta, appunto, ci aggiunge la sua visione, la sua genialità. Alla fine di un concerto non conta solo l’autore della sinfonia, ma contano, e moltissimo, il maestro, e i solisti, e l’intera orchestra.



Forse in realtà le cose si complicano, devo dirtelo. Non è come ho scritto sino ad ora. La grande passione per raggiungere certi risultati richiede impegno, ed anche chi ama il proprio lavoro alla fine deve soffrire, deve far fatica, deve impegnarsi, deve fare esattamente alcune cose che preferirebbe evitare. La conclusione non è necessaria, ora. Anzi, è esattamente questa!


                                                                                            Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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