martedì 28 maggio 2013

Vaccinarsi è utile ed è anche un segno di civiltà



Premessa 1 - Le case farmaceutiche non fanno beneficenza, ma utili per i loro azionisti. È un dato innegabile. Inoltre non sempre hanno comportamenti trasparenti nella loro azione, muovono capitali enormi, influenzano scelte governative, sono, insomma, veri centri di potere, ovviamente anche in Italia.

Premessa 2 – Chi si vaccina va incontro a rischi oggettivi, che la letteratura scientifica seria non nega, anche se per alcuni minimizza. Inoltre, nelle modalità di preparazione dei vaccini stessi, si riscontrano leggerezze, omissioni di controllo, colpe più o meno gravi, e anche errori dovuti a ricerca insufficiente e metodologia errata. In altre parole, a volte, un bambino vaccinato in tenerissima età subirà patologie gravissime per tutto il resto della vita.

Le premesse sono innegabili, ma non giustificano nel modo più assoluto i negazionisti del vaccino, che erroneamente si autodefiniscono obiettori di coscienza dei vaccini.
Il primo e vero obiettore, nella nostra storia recente, è colui che, per non andare in guerra affronta il plotone di esecuzione, e paga con la vita la sua scelta.
In seguito, in tempo di pace, l’obiettore paga con anni di carcere. Solo più tardi può scegliere, al posto del servizio militare, di svolgere un equivalente, se non maggiore, periodo di servizio civile, a beneficio dell’intera comunità, senza l’obbligo di toccare un’arma.
Poi sono venuti gli obiettori contro la legge 194, che per ora esulano dal tema, ma che sicuramente non pagano assolutamente nulla in termini sociali, economici o di carriera per la loro scelta definita erroneamente anche in questo caso: obiezione.

Il caso che mi interessa è quello di coloro che vogliono sottrarre i loro figli all’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione per evitare loro le possibili conseguenze (effetti collaterali indesiderati) dei quali ho parlato già nella premessa 2. Molte associazioni agguerrite hanno ottenuto poco a poco questo “diritto”,  sfruttando anche la situazione oggettiva che molte malattie infettive curate con la vaccinazione sono talmente regredite da essere praticamente scomparse, sino a pochi anni fa, dal nostro Paese.
Ed ecco l'aspetto cruciale che evidenzia l’approccio egoistico, dal mio punto di vista, di questi genitori tanto attenti ai loro figli.
Seguitemi nel ragionamento. La malattia è praticamente scomparsa, grazie alla vaccinazione massiccia e capillare messa in atto negli anni passati (con grosse spese per il nostro Sistema Sanitario Nazionale). Esiste ora un ombrello protettivo su tutta la popolazione che i vaccinati, non portatori dell’infezione, estendono a coloro che non vogliono o non si possono vaccinare. Ci si chiede come mai vaccinarsi, visto che non ci si ammala più, considerando che comunque rischi del vaccino restano.   
Si smette di vaccinarsi, ed ora siamo in questa fase. La vaccinazione è vista come il male assoluto, e gli imbonitori di piazza (o di rete) hanno gioco facile nel convincere gli egoisti del nimby sanitario.

Qui sorge il problema. Poco a poco l’ombrello protettivo mostrerà qualche falla (basta aspettare che la natura faccia il suo corso). Le falle verranno anticipate ed allargate dai flussi migratori che fanno arrivare in Italia gruppi sempre più numerosi di persone potenzialmente portatori di patologie che, da noi, erano quasi scomparse. Situazione aggravata dal fatto che la clandestinità impedisce una seria profilassi che coinvolga questi nostri nuovi conterranei.

Altro aspetto che evidenzia ancor di più la base egoistica e poco sociale di un rifiuto in questo campo consiste nel fatto che chi potrebbe vaccinarsi e non lo fa espone a rischi maggiori anche chi, per motivi diversi, non può vaccinarsi.

Previsione facile e drammatica. Tra un certo numero di anni, non troppi credo, molte patologie ritorneranno, prima con focolai ristretti, e poi allargandosi sempre di più, perché i nuovi nati non avranno sviluppato le difese contro di queste, e quindi, quelle stesse tipologie di persone che oggi rifiutano per i figli il vaccino, domani lo pretenderanno come un diritto inviolabile per la salute dei loro figli.

Tutto questo però non sarà più un mio problema, ormai. Io ho già fatto le mie scelte al momento giusto per mio figlio; sono adulto e vaccinato, come lui. (E mi sono pure laureato in biologia, alcuni anni fa).

                                                                                             Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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