Le parole sono pietre, hanno
un valore, occorre usarle correttamente e non permettere che vengano abusate o
stravolte o annullate. Alcuni esempi:
Se un assassino che uccide
una donna viene definito amante passionale, o marito deluso o uomo che era
stato lasciato, o ancora fidanzatino o in altri modi che giustificano l’orrendo delitto noi, i giornalisti, i telecronisti, i
commentatori da bar, tutti insomma, siamo complici di una sequenza di delitti
che sembra non fermarsi mai. Chi uccide si può definire solo assassino, tutt’al
più presunto assassino.
Se io difendo i diritti
della coppia e della donna e sono a favore della legge 194, non è accettabile
che sia accusato di essere, da chi non la pensa come me, un assassino. In questo caso con un
ulteriore insulto alla nostra lingua perché queste persone si autodefiniscono,
non so con quale diritto, pro-vita. Io
quindi dovrei essere pro-morte?
Chi non paga le tasse è
definito un evasore, e gode pure del riconoscimento di furbo da parte di alcuni.
Più corretto sarebbe definirlo ladro, perché questo è a tutti gli effetti,
rubando in pratica a chi le tasse le paga, più alte, al suo posto. E lo stesso
dicasi per chi “distrae” fondi a proprio vantaggio. Sempre di ladro si tratta.
Razionalizzare. Ecco
un’altra parola civetta, che suona bene ma nasconde un significato ben diverso.
Le parole più corrette da usare sarebbero in questo caso diverse: riduzionione,
oppure, taglio, oppure licenziamento. Solo a questo porta infatti il processo
ingannevolmente chiamato: razionalizzazione.
Servirebbe insomma un
dizionario condiviso, accettato da ogni componente della società, un
vocabolario che attribuisca un valore univoco ad ogni singola parola.
Tempo perso anche solo
sperarlo tuttavia, perché sin dai tempi della mitica Torre di Babele siamo
costretti ad attribuire un significato diverso quasi ad ogni singolo vocabolo,
e quindi a non capirci, se non in modo parziale.
Le parole: libertà,
eutanasia, democrazia, educazione, cittadino, vita, fedeltà, miglioramento… (e
qui mi fermo) ognuno di noi le legge in modo diverso. E fingiamo di capirci.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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