martedì 28 maggio 2013

il maschile ed il femminile nel cane e nel gatto


Premessa doverosa - Il cane è un magnifico amico per l'uomo, che si sacrifica, che aiuta, che lavora con lui, e, come molti dicono, meglio di tanti umani. Tutto vero, e so che giustamente moltissime persone non ne farebbero mai a meno. Tuttavia, perdonatemi, io amo i gatti, visceralmente.
Non ammiro la fedeltà del cane, non ho mai posseduto (o sono stato posseduto da) un cane, e trovo invadenti alcuni di loro quando mi assalgono letteralmente per leccarmi o per cercare una carezza. Mi mettono a disagio pure a casa di amici o conoscenti quando mi capitano queste situazioni, che sento come una forzatura alla mia natura. Io non voglio essere capobranco o gregario in un branco, come è nella natura etologica del cane, in quello che è diventato nel corso dei millenni dopo innumerevoli selezioni per arrivare alle forme attuali. Se il cane è fedele, e lo è sicuramente, non è per suo merito bensì per sua natura e per artificio.

Ammiro invece in modo istintivo il gatto, perché trovo molto più complesso il rapporto che posso instaurare con lui. Prima di tutto perché è una scelta reciproca; si diventa uno dell’altro, e anche se io resto più grosso lui non sarà mai mio gregario, nè sarà mai veramente mio. Affetto però si, quello è possibile, e stima reciproca, e ricerca di coccole o disponibilità ad offrirne. Ma, e questo rende preziosa l’amicizia di un gatto quando me la concede, anche la diffidenza sino al rifiuto quando non gli vado a genio, pure se sono io a portargli il cibo.

Il cane richiede un impegno ed una dedizione che l’indipendenza del gatto non cerca per forza, anche se non la rifiuta, e della quale è grato, indubbiamente. Nel cane vedo una sorta di universo maschile, ci leggo una minima catena di comando tra chi ordina e chi esegue.
Il gatto è femminile, sembra darti la possibilità di scegliere liberamente quanto ha in realtà già stabilito in precedenza. Non cerca un dominatore, sa lusingarti e starti vicino, ma devi conquistarlo ogni giorno. Il gatto giudica, e decide se è il caso di darti ragione.

Quando cani e gatti ritornano liberi e recuperano in qualche misura la vita selvatica, assumono comportamenti diversi. I cani possono andare in branchi, come i lupi, diventare vere e proprie organizzazioni da guerra, pronte ad attaccare anche l’uomo, se capita l’occasione (complici le loro dimensioni ovviamente). Ed in questo sono ancora una volta maschili.
I gatti invece possono anche stare assieme, costretti dalle condizioni, ma raramente si allontanano dalla civiltà umana. Ci restano, in questo, molto più fedeli e vicini, per opportunismo, certo, ma non solo. Un gatto sa procurarsi il cibo che gli serve, anche senza l’uomo, ma cerca l’uomo, ne ha un bisogno innato, anche solo per confronto, per sapere che ci siamo, senza avere nulla di materiale in cambio. E non ho notizie di branchi di gatti organizzati che abbiano assalito un uomo o un bambino. Eppure il coraggio per farlo a loro non mancherebbe.

                                                                                             Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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