mercoledì 8 aprile 2015

E sorridendo danzarono


Quando lo iscrivono alla scuola di danza si sente decisamente a disagio. Matteo è il solo maschio tra quasi venti femmine, ma i genitori non hanno pensato a questo aspetto della faccenda, anzi, la madre è particolarmente entusiasta di affidare il figlio a due istruttrici amiche che hanno pure lo stesso nome, e sono da tutti conosciute come le due Francesche.
Il corso dura tre mesi, lo sopporta, ottiene qualche risultato positivo, ma poi, anche se ha solo otto anni, si impunta e rifiuta di continuare. I suoi devono cedere, e in seguito lo iscrivono ad un corso di nuoto, che lui sembra gradire molto di più.

Passano pochi anni, ora Matteo frequenta le medie e in piscina continua ad andare in modo regolare, partecipando pure a diverse gare provinciali.
Un giorno a scuola, durante l’intervallo, conosce Stefania.
Abita  poco lontano da lui e, stranamente, non l’aveva mai vista prima. Il piccolo mistero è presto svelato. Lei si è trasferita in città da poco, e frequenta da meno di una settimana il suo istituto, ma in un’altra sezione, e la classe inferiore. Ha un anno di meno.

Lei ha ancora poche amicizie, e gli è simpatica. Minuta, sembra molto fragile, e in lui scatta una specie di istinto protettivo. Iniziano a vedersi quando suona la campanella e hanno dieci minuti di libertà senza l’obbligo di star seduti in classe. Nel giro di un paio di mesi lui inizia a frequentare la casa di lei, e lei quella di lui, anche se all’inizio la cosa si mimetizza perfettamente tra gli amici che sono quasi sempre coinvolti.

Lei è iscritta ad una scuola di danza. Lui ammette di aver danzato anni prima, ma di aver smesso quasi subito. Lei insiste perché l’accompagni, almeno una volta. Lui acconsente. È molto combattuto, ma acconsente.
Non lo fanno stare a guardare però, come immaginava. Viene obbligato a entrare in palestra e non lo fanno restare tra il pubblico, in tribuna. Al suo secondo contatto con la danza qualche cosa cambia. Un po’ perché trova qualche ragazzo, un po’ perché c’è lei, un po’ perché ballano in modo diverso, e si diverte.

Passano alcuni anni. Matteo e Stefania finiscono la palestra che sono le dieci di sera passate. Lui, come al solito, l’accompagna verso casa a piedi, passando per i vicoli della città vecchia. Si tengono per mano, camminando, perché sono una coppia fissa ormai, e sono bellissimi da vedere.
Sono bellissimi, ma a qualcuno, evidentemente, danno fastidio, oppure si è messo in testa idee strane.
- Ma guarda che due bei piccioncini…
- Vero, lui mi sembra un frocio però, lei cosa ci troverà in uno così?…
- Perchè non chiediamo dove stanno andando?...
A parlare sono tre idioti senza nulla da fare ed un po’ annoiati, che si sono stancati di rompere fioriere davanti ai negozi e cercano qualche cosa di più divertente da fare, per finire la serata in bellezza.
Lui guarda lei, le sussurra di correre sino alla piazzetta a mezzo chilometro, per levarsi i tre di torno. Poi entrambi scattano, molto agili, distanziando in breve i tre che però non mollano e si lanciano dietro di loro. Sembra di assistere, secoli dopo, e fatte le dovute proporzioni, all’inseguimento dei tre Curiazi. Esattamente come quelli i tre idioti si distanziano tra loro, ma non intendono mollare le loro prede, sentendosi i più forti.
Arrivati alla piazzetta è Matteo che, vedendo i tre continuare a inseguirli, si ferma e dice, rivolto a Stefania:
- Quelli non ci vogliono lasciare in pace. Che ne dici se balliamo un po’?
Lei lo guarda, ed in un attimo capisce le sue intenzioni. Sorride ed annuisce.
Si girano e li aspettano, allontanandosi un po’ l’uno dall’altra. Lei è ancora piccola e minuta, e gli anfibi di foggia militare, uniti all’abbigliamento quasi maschile, contrastano con i caratteri delicati del suo viso. Lui è più alto, ma sembra decisamente fragile, così magro e con quella gran massa di capelli in testa.
Quando uno dopo l’altro i tre li raggiungono, vengono messi a terra con poche ed eleganti mosse, e sembra che i due cantino, mentre si muovono con una grazia da felini impegnati in una battuta di caccia. Da anni danzano la capoeira, e non erano mai stati aggrediti prima di quella notte.
Poi si allontanano, mentre qualcuno, che ha assistito da dietro una persiana alla scena, compone un numero telefonico.


Dedicato ad Enzo, che mi è rimasto nel cuore e che mi ha ispirato questa fantasia (senza scordare Dario)



"Il primo furto non si scorda mai!"
Un vecchio ergastolano me l'ha detto ;
"si comincia quasi sempre dai pollai,
fuggendo con il pollo stretto al petto!
Ero appena Avanguardista;
giovane, incensurato...
giovane e incensurato:
ero appena Avanguardista.
Io giravo per i pollai
per addestrarmi sul pollo;
volevo farci un po' il callo:
io, i pollai, non li ho visti mai!
Ma che ro... Ma che rogna disastrosa:
c'era anche l'oscuramento,
la pioggia, la neve e anche il vento;
ed in bianco venni a casa!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda mai!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda più!
Ma, in un bel parco, incocciai
in un pollaio grande e un po' isolato...
Scassai la rete e dentro mi cacciai
e vidi un bel tacchino appollaiato!...
Ero appena Avanguardista:
non conoscevo i tacchini!
Chi conosceva i tacchini
era Giovane Fascista!
Pian piano, la mano allungai
per abbrancare il pennuto!
...una beccata beccai,
che mi trovai... svenuto!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda mai!
Ai, aiaiai; Ai, aiaiai;
il primo furto non si scorda più!
Ma che ro-oo... Ma che rogna disastrosa!
Rinvenni in un ospedale;
però quello di San Vittore:
quel tacchino micidiale...
...era un'aquila imperiale!
Ma che razza di destino!
Io fui spedito al confino,
e poi seppi che fui condannato
per "Vilipendio dello Stato"
Perciò, Ahi, ahiahiahi, Ahi, ahiahiahi:
il primo furto, non lo scordo mai;
Ahi, ahi ahi ahi; ahi, ahi, ahi, ahi;
il primo furto non lo scordo più!




                                                                                                         Silvano C.©                                                                                                                

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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