C’era un vogatore, che chiamarlo canottiere mi vien da ridere,
abituato alla canoa durante i suoi anni giovanili. Amava andar per laghi e
specchi d’acqua tranquilli, non cercava i torrenti con la corrente a tratti
molto forte, e neppure il mare. Pur amando nuotare in acqua salata trovava le
onde fastidiose per le sue escursioni che erano scoperta e meditazione allo
stesso tempo. Le onde lo distraevano, gli richiedevano l’attenzione che lui non
era disposto a concedere loro, la sua mente cercava altro. E andava anche per
fiumi, una volta solcò con la sua canoa anche il grande fiume. Ad un certo
punto la vita lo costrinse ad abbandonare la sua bella monoposto, rossa e
bianca, con la pagaia e tutto il resto. La vita porta a mutamenti, quindi nulla
di strano o particolarmente degno di nota. Molti anni dopo, arrivato ad una
certa età, si lasciò tentare dal canottaggio. Aveva visto un attrezzo chiamato
vogatore ma non gli era sembrato una cosa seria, come non gli sembrava serio
pedalare su una bicicletta da camera invece che andare su strada, oppure
camminare su un tapis roulant invece che su un sentiero o un semplice
marciapiedi. Per farla breve si iscrisse ad un club che affittava anche le
barche da singolo ed iniziò a vogare rivolto all’indietro, esperienza nuova per
lui, ma anche più adatta al tempo, visto che il suo ultimo compleanno era stato
per i settantacinque anni. Ed in effetti provava nostalgia dei luoghi in cui era
stato e delle persone che aveva conosciuto, cioè della vita che aveva vissuto.
Sapeva che la vita va sempre avanti, ma era oggettivamente improbabile che la
parte più lunga ed importante per lui fosse ancora nel suo futuro e non invece
nel passato che aveva ormai vissuto. Ciao, Viz.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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