Il bisogno di domani, di un qualche domani, comunque sia, è molto sentito. Non so quando siano nati i primi pensieri legati all’aldilà, quando il primo uomo abbia immaginato una divinità salvatrice o vendicatrice, sicuramente millenni fa, la storia lo racconta narrando di antiche civiltà ormai estinte. Il culto dei morti, o comunque il loro rispetto, probabilmente è anteriore, e anche certi animali in parte lo condividono. Poi ci sono quelli che ci credono sinceramente e altri che mentono, fingono per loro interesse. Qualcuno ci costruisce vere fortune anche solo scrivendo libri sul tema, e se fossi uno scrittore non è escluso che sarei tra questi, ma per fortuna non è così e nessuno me sente la mancanza. Il fatto stesso che continuamente, da quasi otto anni a questa parte, viva una sorta di loop che ogni giorno mi avvicina ad alcune mie costruzioni consolatorie non è sempre benvisto. Lo so perché mi è stato detto esplicitamente. So che anche tu sei tra chi mi sconsiglia di pensare a te in un certo modo. Non me lo hai detto direttamente, o quasi mai, ma il tuo pensiero era chiaro quando potevi parlarmi con la tua voce, guardandomi coi tuoi occhi, standomi accanto o di fronte. Ecco l’assurdo, tutto qui. E intanto, tuttavia, vivo e continuo a fingere di essere eterno, fingo che tu lo sia, che il passaggio della frontiera sia appunto solo un passaggio e che qualcosa semplicemente muti senza finire. Se vado all’estero cambiano i colori della segnaletica orizzontale delle strade, si parla un’altra lingua, i gusti alimentari sono diversi, ma si tratta sempre di persone che hanno animali domestici, ascoltano musica e camminano sulle strade. Sembra tutto assurdo, lo so, e io credo di esserlo. Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.