Qualcuno dice che la musica è matematica in una delle sue quasi infinite forme. Io conosco sufficientemente la matematica ma non capisco molto delle sue connessioni con la musica, non so leggere uno spartito musicale, intuisco che una sequenza di scale ha a che fare con qualcosa che aumenta o diminuisce, ma poi se insistessi sul tema direi enormi stupidaggini. La musica arriva direttamente dentro senza prima passare dal calcolo cosciente, è immediata, colpisce la fantasia e recupera ricordi, associa momenti vissuti ad altri che ci si aspetta di reincontrare. Non mi va di ripensare a quanti concerti siamo stati, che musica ascoltavi tu, ai nostri dischi LP, alle audiocassette… so che tutto questo lo abbiamo vissuto, è matematicamente certo e devo ritenermi fortunato di averlo avuto. Avrebbe potuto andare peggio, sai come. E tu avresti potuto essere più fortunata, anche incontrando un altro migliore di me. Io difficilmente avrei potuto essere più fortunato, le probabilità mi sono sfavorevoli e mi conosco troppo bene. A volte la so raccontare bene e inganno gli altri volutamente, baro, bluffo e ottengo risultati che non mi meriterei. Molti lo fanno, ma non è una scusa. Racconto e nascondo, mi vedi e non mi vedi, è un gioco come quando si entra in una galleria degli specchi. Adesso mi restano cose, memorie, bellezza vissuta, anche cartoline e libri, e bigliettini. E mi restano anche decisioni che dovrò affrontare. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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