All’inizio è sempre difficile ma la difficoltà può durare veramente poco, pochissimo. Poco alla volta si cede alla curiosità e si vuol capire cosa succederà. Finisce che ci si affeziona, in molti casi, e si inizia a immaginare di essere parte di una storia alla quale non si è stati invitati ma per la quale si è pagato il biglietto per assistere. Non è bello non essere invitati, ma questo passa in fretta in secondo piano perché le vicende meritano attenzione e distraggono dai pensieri personali. Sono avvnture scritte su carta, magari non sono mai avvenute e semplicemente qualcuno le ha immaginate e poi riordinate in modo da poterle raccontare. Nella vita reale le persone si incontrano, si attirano o si respingono, si piacciono o si detestano, magari semplicemente sono indifferenti, ma continuano a vivere sino a quando sarà loro concesso. In un libro i personaggi, protagonisti o meno, continuano a vivere in modo effimero per un tempo indefinibile, serve solo che qualcuno legga, altrimenti anche loro muoiono e vengono dimenticati. La loro solitudine aiuta ad esorcizzare la mia, quando leggo. Quello che succede a loro mi aiuta a rimuovere i problemi che toccano me. Credo sia quello che spinge i lettori a leggere, gli spettatori ad andare a teatro o a vedere un film, e ancor più ognuno a cercare di vivere, approfittando delle occasioni che incontra e inventandosi nuovi modi. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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