Ci sono idiozie blasonate che, per qualche motivo e ripetute quasi all’infinito, sembrano acquisire dignità di verità rivelate. Basta che a farle nascere o a diventare note sia qualcuno famoso per qualche motivo, e tali enormi scemenze hanno la forza autonoma di sopravvivere anche dopo la morte del suo autore, o almeno della persona alla quale sono attribuite, e ovviamente staccate dal contesto generale, nel quale avevano un senso, e applicate ad ogni caso al quale si possano anche solo casualmente avvicinare. Ora credimi, è un po' come coi proverbi. Se ce n’è uno che afferma che per un certo motivo capiterà qualcosa, ne esiste anche un altro che, per lo stesso o analogo motivo, dirà l’esatto contrario. La frase che a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina dice tutto e nulla. Io credo semplicemente e banalmente che per il 50% delle volte ci si prende e per l’altro 50% si sbaglia. Oltretutto è abbastanza difficile avere le prove che i fatti pensati siano avvenuti esattamente in quel modo, che il pensiero che ha mosso l’azione di qualcuno sia stato quello immaginato da noi, troppe variabili, troppe lacune nelle nostre informazioni. So per certo, inoltre, che più di una volta personalmente ho giudicato male qualcuno attribuendogli distacco o grettezza mentre semplicemente ero io quello gretto e venale. Vedevo coi miei occhi ed ero convinto che i miei difetti fossero anche fuori di me, spalmati ovunque. Se il mondo fosse così sicuramente non avremmo salvezza. Ora, con buona pace di chiunque, a pensar male si ha una sola certezza, quella di pensar male. E non di rado capita pure di sbagliare. Quando tu mi spiegavi queste cose poi le capivo, e ammetto che un po' mi sentivo, e mi sento, come Forrest Gump. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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