Sono uscito, ogni mattina se posso esco, e il giro che dovevo fare era leggermente diverso dal solito, cioè dovevo spostare un’auto che avevo parcheggiato non vicino a casa. Avevo programmato ogni cosa come sempre, compreso venire a trovarti dove non sei, ne sento il bisogno. Eppure evidentemente il bisogno non è stato sufficiente a farmi venire. Ho preso l’auto, l’ho spostata dopo aver comprato poche cose e poi sono tornato direttamente a casa. Nel momento preciso del parcheggio al mio arrivo mi sono ricordato di quello che non avevo fatto. Allora ho pensato di riaccendere il motore e venire. Poi ho immaginato che sarebbe stato lo stesso se fossi salito prima in casa per depositare la borsa e dopo venire a piedi. Infine mi sono reso conto di essere ridicolo e che tu stavi ridendo di me, che in qualche modo volevi che mi rendessi conto dell’assurdità dei miei comportamenti, quello era un segno insomma. Non cambia nulla che io venga una volta due volte o nessuna volta al giorno. Non c’è più neppure il motivo di portare qualcosa di buono ai gatti che ti facevano compagnia perché da troppi mesi sono spariti entrambi quelli che mi aspettavano e quando li chiamavo arrivavano trotterellando. Serve sempre un motivo, ma un motivo reale, oggettivo, un bisogno forte, e forse questo lentamente si sta spegnendo. So di essere stupido, la vita è fuori da certi luoghi, che a te poi non piacevano per nulla, ci andavi solo se era necessario e non per un bisogno di manifestare vicinanza o ricordo. Per quello ci sono altre forme, altri mezzi, altri pensieri. E così è successo. Poco da aggiungere… Ciao, Viz.
Silvano C.©
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