Prima rimuovo ciò che sai e poi inizio. Ieri è stato il sabato di mezzo di un mese d’agosto. Non è sempre così, che in agosto ci siano due sabati prima e due sabati dopo quello centrale, è una possibilità ma certo non una novità. Si inizia a pensare che il caldo torrido finirà, e pure questa non è una novità. Ho pensato a tuo padre e a come sapeva cucinare, e poi alle fiere e ai festival che solitamente frequentavamo assieme nella parte finale di agosto. Dopo aver trascorso un po' di tempo al mare e spesso all’estero tornavamo alle origini e quindi alle zone attorno a Ferrara e a Carpi. Alcune abitudini sembravano destinate a durare, certi luoghi sempre gli stessi, ma invece in quel chiostro non hanno più fatto serate con proiezioni cinematografiche, in quell’area non hanno più messo tendoni con grandi tavolate, e alcune di quelle persone, molte, sono sparite, o invecchiate e malate. Solo tu tra noi due non invecchi, io sì. Non è un premio né una condanna, è così. Cosa preferisco non conta. Conservo qualche piccolo spruzzatore di liquido contro le zanzare che non ho più usato, la sera esco meno ed eri tu che li usavi più di me. Del resto le zanzare sapevano chi scegliere quando stavamo assieme, lo sai bene. Io leggo libri che hai letto tu, che ti comprai o comprasti, e ne leggo anche di nuovi, lasciandone altri ancora ad aspettarmi. Non li leggerò mai tutti. Allo stesso modo non vedrò mai tutto, non arriverò mai ovunque, non ritroverò tutti quelli che ho perduto. Vedo una montagna dalle finestre della sala e della cucina dove andasti un anno e dove pure io ci andai, dopo, per due volte. C’era una malga dove si poteva mangiare. Ormai è chiusa, senza gestore da quattro anni. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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