martedì 27 agosto 2024

Amarantine

La lunga e felice vita di Amarantine iniziò in un ridente paese di una valle serena. Gli inverni erano freddi ma non polari, le estati mai troppo calde o afose. E primavera ed autunno semplicemente da sogno. Visse, amata sin da piccola, in una grande famiglia che possedeva una fattoria. La sua infanzia trascorse tra animali e giochi tra i filari, con fratelli e cugini e molti amici che spesso erano in visita. L’adolescenza ebbe qualche ombra che svanì presto. S’innamorò ed amò molto, e ancor di più venne amata. Ebbe un compagno per tutta la vita e con lui crebbe figli che le diedero nipoti. Quando morì, perché anche Amarantine come tutti morì, lo fece in pace, con quasi tutti i suoi sogni realizzato ed alcuni che conservava gelosamente perché, sino all’ultimo, ebbe sempre qualche progetto da realizzare. Ecco, tutto qui. Cosa ne so io di Amarantine? Ogni cosa ovviamente, è una mia fantasia, un personaggio che ho inventato e che, obbediente, mi asseconda e sa cosa mi fa piacere. E perché arrivo a questo? Lo posso spiegare, è semplice. Se io in questa stagione cerco una lettura leggera e non troppo impegnativa, un giallo estivo, per essere chiaro, e metto in conto che la trama avrà a che fare con omicidi e sospetti, con indagini e ricerca di giustizia e verità, perché tu, scrittore, oltre a fare i soliti giochetti di nascondere evidenze che conosci ancor prima di scrivere perché li hai pianificati, o dilungarti anche troppo nel raccontarmi particolari fuorvianti solo per annacquare la storia, allungandola di molte decine di pagine, alla fine arrivi a quella conclusione? Perché dopo aver chiarito e spiegato, finalmente, fai morire in modo stupido, con una caduta su una scala e la testa battuta su un gradino, la persona che mi hai fatto seguire e alla quale mi sono affezionato? Proprio nelle ultime righe dell’ultima pagina. Una vita finita solo perché si inciampa su una scala. Ma allora sei stronzo. Tu potevi evitarlo, non lo hai fatto, e io mi terrò alla larga, da questo momento in poi, da ogni tuo lavoro passato, presente e futuro. È chiaro che nella vita tutto può succedere, anche questo, ma chi scrive ed inventa ha una certa libertà di scelta, copia la realtà, la descrive e l’adatta. Io non sarò mai uno scrittore ma ho la libertà di scegliere chi e quando leggere, gli scrittori o sedicenti tali, al mondo, sono decisamente troppi. Ciao, Viz, perdonami questo stupido sfogo. Tu non c’entri.

                                                                                         Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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