Niente di legato a nomi letterari o con riferimenti siberiani,
il mio mondo è piccolo e questa rosa riguarda le mie piccole vicende
quotidiane, quelle delle quali sei testimone se mi osservi o che io insisto a
raccontarti come se mi potessi ascoltare o, magari, tornare a trovarmi. Ieri, a
proposito, ho lasciato stupito e senza risposta un ex dirigente scolastico che
mi conosce da anni quando, dopo alcune frasi di convenevoli, ho detto
letteralmente: E se torna come faccio? Mi riferivo alle cose tue che
ancora conservo, e ci siamo salutati poi con un cenno della mano. Mi ha preso
per uno scemo nostalgico, slegato dal mondo e con problemi seri. Credo abbia in
parte ragione ma non mi azzardo a dare percentuali. La rosa invece la conosci
bene, è lì vicino, ed è cresciuta in uno spazio basso. La pianta resiste a
estati e inverni, io la poto in modo approssimativo ma lei ci regala ogni tanto
un fiore, e la cosa mi fa un grande piacere. L’ultimo fiore si è schiuso da un
rametto cresciuto troppo e che quindi si è piegato, non potendo combattere col
cemento. Io me ne sono accorto tardi ma adesso l’ho fatto uscire dall’ombra. Al
piccolo rametto sto spiegando come crescere aiutandolo con un bastoncino a
raddrizzarsi, cerco di educarlo in altre parole ma non so se lo convincerò e
per adesso la rosa nuova sboccia da un rametto che si piega quasi ad U, come se
fosse timida. Però è una rosa rossa, e per sua natura non dovrebbe esserlo. Ciao,
Viz.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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