Le ombrellifere non riparano dalla pioggia e la porta non porta
nulla, poi ci sono i mai più ripetuti troppe volte o le promesse di amicizia e
amore eterno. Su queste ultime meglio prendere il più possibile le distanze,
non sbilanciarsi, accettare e certificare il presente, a volte essere brutali
per non rischiare di essere fraintesi e ferire doppiamente trascorsi pochi
giorni o pochi anni. Se sono rose fioriranno, inutile sostenere di essere rosa.
Ma poi cosa conta quanto si promette pretendendo che abbia maggior valore di
quello che si fa, di quanto mostrato dal comportamento? Solo chi sa capire
intuisce la motivazione delle azioni altrui, chi diventa in parte altro da sé,
chi non si richiude dietro la porta perché sa che non porta a nulla. E gli
errori che sono stati fatti mettono al riparo dalla possibilità di quelli
possibili in futuro? Come con le ombrellifere. Quando un tempo una coppia aveva
più figli non era per nulla sicuro che dopo quattro maschi arrivasse una
femmina, o viceversa. In modo ancora più netto dopo aver lanciato un dado ed
avere ottenuto un punteggio pari per quattro volte di seguito, alla quinta
nessuna legge delle probabilità darà per certo un punteggio dispari. Solo la
legge dei grandi numeri offre qualche idea risolutiva ma io non vivrò come i
grandi numeri, finirò prima. La mia retta non incontrerà mai alcuna altra retta
se ora è parallela. E quello che avverrà dopo rientra nel campo delle speranze,
delle ipotesi, delle proiezioni. Cosa dovrei pensare del futuro, Viz?
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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