Ci passo davanti quasi ogni giorno, a volte più di una volta al
giorno. Ormai ho smesso di alzare gli occhi verso quel balcone e da un po' non
vedo più quella donna, già allora avanti negli anni. In quella casa ci abita
una donna più giovane, non so a che piano, che vedo di tanto in tanto con un
bambino e che ho iniziato a riconoscere quasi per caso, subito dopo la fase
acuta della pandemia, quando si iniziò ad uscire di casa. Ma per tornare alla
donna più anziana e che da un po' non vedo, ho ben chiara nella mente la
situazione nella quale la conobbi, circa dodici anni fa, ricoverata nel tuo
stesso reparto ospedaliero e nella stessa stanza. Evidentemente il suo
intervento chirurgico era stato più leggero del tuo, meno problematico, e lei
viveva quei suoi giorni in ospedale come una specie di vacanza dalla vita
domestica, servita in tutto, senza dover preparare pranzo e cena per sé e per
gli altri, senza dover pulire casa né tenere in ordine, o stirare o fare
qualsiasi altra cosa. Lo disse esplicitamente una volta, quando spiegò che
avrebbe voluto poter continuare per qualche giorno in più la sua convalescenza
e non dover ricominciare a curare i familiari, immagino il marito e non so chi
altri. Se provai un po' di odio per lei in quel momento non potrei giurarci, ma
fastidio sicuramente. E fui felice quando venne dimessa, prima di te,
purtroppo. Per molto tempo passando la vidi su quel balcone, poi più. A te non
venne mai in mente di sperare di restare in ospedale qualche giorno in più, e
neppure a me. Sorridimi Viz, erano giorni poco piacevoli, lo so.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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