Sembra ci sia una pratica che consiste, in alcuni territori,
nell’abbattere il tronco ad alberi di ulivo secolari lasciandone solo pochi
rami alla base e senza toccarne le radici. La spiegazione ed il motivo sembra
stiano nella constatazione che la pianta così mutilata, avendo mantenuto tutta
la forza delle sue radici, inizi a produrre molti più frutti di prima, e magari
anche più facili da raccogliere. Se ci penso la cosa mi fa semplicemente
orrore. So che non devo guadagnare producendo olio di oliva, so di non essere
un agricoltore, so che non ho titolo per dire cose sensate nel campo specifico
eppure provo fastidio al pensiero che qualcuno possa praticare questa modalità
di coltivazione, distruggendo lo stesso paesaggio dove si trovano gli ulivi,
facendo sparire la storia rappresentata da quei tronchi. Sono un inguaribile
reazionario e conservatore in questo e in altre faccende, temo la perdita del
passato, vorrei che tutto restasse fermo al presente e che i mutamenti si
inserissero senza distruggere. E probabilmente sbaglio. In natura gli strati
geologici si sovrappongono, i coralli crescono soffocando gli individui più
vecchi, ogni passo avanti si fonda in tutto o in parte nel dimenticare i passi
precedenti, dandoli per scontati, reinventandoli. Tu ed io non siamo mai stati
diversi, né lo saremo. Il nostro tempo assieme è durato un attimo. Il mio tempo
da solo durerà non so quanto, ma certamente pochissimo rispetto agli anni
vissuti. Io ricordo e sarò un po' ricordato, per pochi anni, poi anche il
ricordo si dissolverà, altro che alberi centenari. Ciao, Viz.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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