C’è un luogo che non mi piace nominare, dove stai, dove non sei, dove vengo con frequenza maniacale, dove tu non sentiresti alcun bisogno di andare se non in particolari circostanze. Semplicemente non ci credi, non credi di stare in quel posto, sai dove sei e che non sei lì. Ed io mi trovo motivi in più per giustificare queste mie passeggiate, per fingere di non venire solo per te. Da un po' di tempo un gatto, l’ho già scritto altre volte, mi aspetta. E se non mi aspetta al solito posto ho imparato a richiamarlo e lui arriva, a volte da direzioni che non mi aspetto. Non si avvicina mai. Ho saputo che hanno tentato di catturarlo per portarlo alla colonia felina ma non ci sono riusciti, ed ora è ancora più sospettoso. Non si fida ma i wurstel non sono male se mescolati in piccoli pezzetti a croccantini, quindi mi aspetta e poi, quando ho messo il cibo e mi sono allontanato, arriva e sgranocchia soddisfatto. Io poi, sempre senza avvicinarmi, lo chiamo e gli parlo, gli dico miao qualche volta. Lui mi guarda e sembra chiedersi come rispondere, ma mi osserva con attenzione. Non so se è un gatto o una gatta, ma questo è meno importante, a me basta che ti faccia compagnia dove non sei nel posto che non mi va di pronunciarne il nome. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.