giovedì 7 luglio 2022

Un altro

Avanti un altro. Mi spiace quando finisce, mi spiace arrivare alla parola fine. E allo stesso modo mi è sempre difficile iniziare, provo difficoltà ad essere disponibile da subito. La scelta è un momento critico. Procedo in modo sospettoso, prima mi limito a osservazioni esterne, poi seguo l’istinto e finalmente inizio. Non sempre continuo però. Come con le amicizie qualcuna promette e poi delude, meglio troncare appena si capisce che non è cosa. A volte le parole usate mi indispettiscono, le trovo banali o insulse, altre volte il traduttore ha fatto un lavoro da licenziamento in tronco, ma solitamente se supero le prime dieci o quindici pagine poi mi ci affeziono. E vorrei che restasse, che non se ne andasse dopo aver letto l’ultima pagina. Volutamente procedo in modo lento, voglio avere il tempo di creare una vita parallela a quella che leggo, ripensarci, addormentarmi e sognare di esserci o di vedere quelle persone. È così con i libri, mi contagiano. Se possiedo già gli anticorpi non se ne fa nulla, sarebbe tempo perso. La lettura è una malattia e serve trattarla bene. Essere ammalati, in questo caso, non è grave. So che approvi. Ciao, Viz.

                                                                                                     Silvano C.©  

                   (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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