venerdì 16 luglio 2021

Minatore per scelta, forse per amore

La prima volta fu al funerale della sua compagna di giochi quando aveva solo sette anni. Per un po' non la vide in cortile, nessuno gli spiegò il motivo della sua assenza e lui continuò a giocare con gli altri amici. Un giorno gli dissero che era morta e capì solo che sarebbero andati tutti al suo funerale. Lui non sapeva cos’era un funerale, ma intuì che doveva essere qualcosa di brutto. Nella chiesa dov’era solito andare la domenica, ma non sempre, raccontarono che lei era andata in cielo. Lui istintivamente guardò in alto ma lo sguardo si fermò alla volta del soffitto. Al cimitero vide che avevano scavato una buca e che la sua amica, che evidentemente si era nascosta ma stava ancora lì, veniva messa sotto la terra. La cosa gli sembrò poco chiara.

Poi, come capita nel corso della vita, iniziò a sentir dire sempre più spesso che si saliva in cielo mentre nella realtà si scendeva sotto il suolo. Morirono in tanti, prima dei suoi ventidue anni, e morì anche il nonno, la persona alla quale era maggiormente legato e che gli lasciò in eredità il suo terreno in montagna, non troppo lontano dal paese. 

Capì immediatamente cosa avrebbe fatto da quel momento in poi. Quell’appezzamento al limitare del bosco era poco adatto sia all’agricoltura sia all’allevamento, e decise di scavare. All’inizio fu preso in giro, nessuno capiva perché invece di andare in città avesse deciso di restare e fare un buco in montagna. Fu quando iniziò a trovare un po' di cristallo di rocca che la gente del posto smise di canzonarlo. Il cristallo si vendeva bene, la sua produzione non era elevata ma era più che sufficiente per dargli da vivere.

In realtà lui non cercava il cristallo, ma quello gli permetteva di continuare e anche di far tacere i commenti dei paesani, ai quali del resto non aveva mai risposto.

La sua miniera col passare degli anni si allungò, le gallerie si ramificarono, lui scavava senza fretta e con prudenza, non ebbe mai alcun incidente. Durante la guerra ospitò chi fuggiva dai bombardamenti e dopo, in tempo di pace, ricevette visite da chi voleva imparare a scavare per fuggire via, da oppressioni e persecuzioni, o da zone occupate per andare verso la libertà. Lui lasciava guardare, spiegava e dava consigli, e intanto continuava a cercare chi aveva perduto, scendendo sotto la superficie e dove intuiva che si erano nascosti tutti. Quando capì di essere ormai troppo vecchio per continuare non volle fare come tutti gli altri, ma scelse di trovare il suo posto dove andare, scese nella sua miniera e non risalì più all’aria aperta. Oramai aveva altri progetti.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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