L’inchino finale che solitamente gli attori fanno al termine di una recita sintetizza il completamento, il ringraziamento e il saluto. Rappresenta un commiato. Gli attori sono in presenza del loro pubblico e dalla platea e dai palchi gli spettatori vedono ancora la loro compagnia al completo, poi tutto finirà.
Si pensano e si pronunciano mille parole inutili in quei momenti, poi saranno dimenticate quasi tutte.
Situazione simile quando si festeggia un pensionamento, oppure un matrimonio, o un trasferimento per lavoro in un’altra città o in un paese straniero. Nulla sarà più come prima.
Ci vedremo presto. Saremo ancora assieme. Telefona. Fatti vedere.
La lontananza farà il suo lavoro e trasformerà le intenzioni sincere in nuove attese, e talvolta sarà fonte di delusioni, speranze, dolore o anche sensi di colpa. Un ciclo che si chiude non può riprendere da dove si interrompe e rifare la stessa via. La vita è mutamento continuo, e chi si ferma, letteralmente, muore.
Chi prima era vicino, condivideva emozioni e pensieri, sembrava solo un altro corpo dello stesso essere, poi diventa altro. E non è colpa di nessuno, meglio inchinarsi, salutare, e andare. Ciao, Viz. Mi chiedo dove sto sbagliando. Che io sbagli è certo. Come possa riparare agli errori è più difficile da capire.
Silvano C.©
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