Assolutamente imperfetto ma con entusiasmo, spesso in errore ma senza farmene un problema. Se dovessi sintetizzare direi che ero il migliore. Infantile come pochi in certe comiche sfuriate, alcune delle quali ricordo ancora adesso con vergogna, eppure mai col dubbio, col vero dubbio. Se qualcuno sbagliava non ero io. Se mi serviva un appoggio non mi mancava mai, bastava uno sguardo o una parola, anche al telefono. Da un certo momento ho smesso di accontentarmi, e ho iniziato ad evitare le situazioni che prima, malgrado tutto, accettavo perché non pensavo di avere alternative. Erano gli altri a dover fare a meno di me, io non ne avevo bisogno, ero il migliore. Anche dopo ho mantenuto questo atteggiamento e ho ceduto ben poco. Tu hai continuato a farmi sentire così, e sinceramente ho preferito la solitudine agli incontri nei quali non trovavo il modo di essere me stesso.
Tutto il nero e l’inconfessato avevano ritrovato dignità, anche se non saprò mai che visione offrivo ed offro all’esterno, veramente. Ciò che mi si dice è attendibile? Non lo so. La cosa sicura è che non mi hai mai evitato critiche e che conoscevi quasi tutti i miei limiti, eppure…
Ecco, questo ho pensato stamane, prima di alzarmi. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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