Il
tempo è il medico principale che deve curarmi, pare. Io non devo aver fretta, sembra,
e non devo seguire strade che non senta mie, dicono.
L’esperienza
della tua morte è stata la cosa più difficile che io abbia mai dovuto
affrontare, e non l’ho superata se non in minima parte. Metto in atto varie
strategie, non ultima quella di infastidire tutti da mesi col mio blog. Mi consola,
da questo punto di vista, una cosa sola. Nessuno è obbligato a leggere. Io non
pago nessuno e nessuno paga me. Non ci guadagno con la pubblicità, e nessuno ne
ottiene alcun vantaggio economico.
Tu
non volevi morire, ma alla fine sapevi, assopendoti hai accettato il tuo
destino, mi hai dato una lezione. Avresti certamente voluto dirmi qualche cosa,
ne sono certo, e sicuramente non abbiamo fatto in tempo ad affrontare vari
argomenti che ora resteranno per sempre affidati solo a me, ed a chi ti ha
conosciuta. Hai avuto la fortuna, dicono, di poter morire nel tuo letto. Dalla mia
parte poi, la più comoda. Te ne sei andata in casa tua. E qui sei rimasta. Ci sei
pure ora, mentre mi fai trovare un tuo regalo di alcuni anni fa (uno strano
attrezzo per svitare bulloni di vario diametro che sembra un gioco).
Inutile
dire che mi manchi da morire, che io cerco di essere, con tutti i miei limiti,
quello che dovrei essere. Manchi da morire a nostro figlio. Eppure nell’ingiustizia
e nel dolore hai avuto fortuna, alcuni pensano. Certamente quello rimasto solo
ora sono io, non tu. Forse questa è già una fortuna, non lo so.
La
realtà è che nessuno di noi sa come morirà. Tutti vorremmo vivere il più a lungo
possibile e poi andarcene in fretta senza soffrire o quasi. Sembra tuttavia,
secondo un articolo che ho solo in parte letto oggi, che a pochi sarà riservata
questa sorte. La maggioranza di noi è attesa al varco da anni, lunghi anni, di sofferenze,
demenza, non autosufficienza e altre amenità. Inoltre molte delle cose
importanti della vita, della nostra vita, che vorremmo dire, trasmettere, far
arrivare, non arriveranno mai. Ci mancherà il tempo di farlo. Ci penseremo troppo
tardi. Quando vorremo comunicare, ormai non saremo più in grado di farlo.
In
questa situazione che ci accomuna tutti è difficile essere allegri, servirebbe
piuttosto iniziare a prepararsi, senza scordare di vivere al meglio ogni giorno
nuovo che ci viene dato.
Altro
non so dire, neppure molti medici sanno dire molto di più se non sono
specialisti e se non sentono come loro dovere il tentare di capire questa
realtà. Inoltre non si muore per colpa dei medici, di solito, ma si muore perché
si deve morire. Ed anche i medici muoiono.
Non
ho risposte a nulla, ora.
Posso
solo aggiungere ciao, Viz, è stato bello aver condiviso la vita con te,
finché è stato possibile. E non puoi negare che qualche volta ci siamo pure divertiti
non poco.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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