Il
giorno prima Jan Groloh dimentica la scadenza di un premio assicurativo e, come
se non bastasse, anche il fine mese incombente, con una rata condominiale ad
esso legata. Ha la testa persa, i problemi non mancano mai, ma cerca di dormire
la notte che segue e finalmente, di buon’ora, si sveglia sapendo che prima dell’appuntamento
dal dentista, fissato da tempo, potrebbe recarsi alla sede della sua assicurazione
e poi alla filiale bancaria.
Si
prepara senza perdere tempo: colazione in fretta, doccia, controllo documenti e
denaro, e finalmente esce di casa. Appena chiuso l’uscio realizza di non aver
preso le chiavi dell’auto. Poco male. Riapre, le prende dal ripiano dello
stipetto e richiude la porta.
Quando
ormai è quasi arrivato agli uffici dell’assicurazione, si rende conto che ha
scordato di farsi la barba. Ma come? Ma se
pensavo di averla… Peccato… troverò una scusa. Per fortuna però non c’è
traffico, e anche nell’ufficio dove a volte trova varie persone in attesa ora
non c’è nessuno. Saluta un’impiegata che conosce da tempo, e che da un po’ non
vedeva, ed in pochi minuti l’operazione è ultimata. Perfetto. Ora Jan può
andare alla banca. Anche lì di solito code a non finire, è per quello che è
uscito prima del solito.
Appena
entra però, dopo aver trovato il parcheggio molto facilmente, una bella sorpresa.
Delle due casse una è libera, e si accomoda, dopo aver atteso l’invito dell’impiegata,
una che non ha mai visto, dall’aria simpatica. Si siede, visto che in quella
filiale funziona così, prende le sue carte e in meno di cinque minuti ha
effettuato l’operazione e pure un prelievo. Ottimo. Guarda l’orologio. È prestissimo.
Malgrado la sua testa sia piena di paure e problemi non sa trattenere le parole
che escono, dotate di vita propria:
-
Incredibile, sono
uscito presto per avere il tempo di far tutto prima di un appuntamento alle
dieci, ed ora è prestissimo, mi sono sbrigato troppo in fretta. Ci starebbe quasi
un incontro sentimentale, ma lei vedo che è impegnata, e la devo salutare.
Lei,
un po’ stupita, fa un sorriso di cortesia, e chissà cosa pensa di quel vecchio
con la barba non fatta che fa pure lo spiritoso.
Lui
intanto esce e, guardando l’orologio, si rende conto che ha effettivamente
molto tempo davanti, e decide di fare una sosta al supermercato, che è di
strada. Così si eviterà di uscire il pomeriggio, non tutto il tempo che rimane
viene per nuocere.
Anche
quella sosta imprevista gli porta via meno di quindici minuti, ed è costretto a
rimettersi in viaggio per arrivare allo studio associato Bekker, quello del suo
dentista. Trova uno stallo libero praticamente davanti alla porta dell’ingresso,
e manca ancora mezz’ora all’appuntamento. Sono le nove e trenta. Non ha senso
entrare con tanto anticipo. Si concede due passi, scatta qualche foto nel
piccolo centro con un'antica storia e con un presente difficile e di abbandono, poi,
circa un quarto d’ora accademico prima del dovuto, suona il campanello. La saletta
d'attesa è vuota, e vi rimarrà più del previsto perché Kerk prolunga
un po’ l’intervento precedente al suo.
Ora
Jan si sente libero di pensare di poter tentare di piegare le cose, o di
accettarle, a seconda dei casi, e poi rivede l’impiegata della banca, anche se non
saprebbe assolutamente descriverla. Non ricorda il colore degli occhi e neppure
dei capelli, ma gli è rimasta l’impressione di una ragazza simpatica. E se non fossi sposato, se avessi molti anni
di meno, se mi fossi fatto la barba, se lei non avesse impegni sentimentali… e se
io non fossi tanto stupido…?
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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