Rabbia,
vera e propria rabbia. Recentemente ho dovuto sostituire il telefono di casa (il
precedente non aveva alcune funzioni che mi interessano ora, come il vivavoce)
e come sempre, verso una cert’ora di tardo pomeriggio o inizio sera, io vorrei
telefonare, ma non posso. Non posso più farlo da più di un anno, e sono stato
io a disdire il contratto del numero di telefono fisso che ora vorrei
richiamare. Non posso quindi dire di non saperlo. Lo so benissimo. Recentemente
ho cancellato pure quel numero, prefisso 0532, dal cellulare, ed è come se mi
fossi tagliato un pezzetto di mano, di piede, di cuore, di qualche cosa, non so
di cosa.
E
continuo a provare una specie di rabbia sorda, impotente, che non se ne vuole
andare, che pensavo si sarebbe allontanata, col tempo, ed invece no, per nulla.
E
che cosa stiamo ad inventare nuove app allora? A che serve sapere il tempo qui
ora se mi basta aprire una finestra e guardare fuori, cosa me ne faccio della
possibilità di prenotare un albergo, di sapere il mio oroscopo, di vedere gli
orari dei musei o della programmazione dei cinema, che tanto non ci vado perché
odio cordialmente i multisala? L’unica app che mi interessa non la possono
inventare, quindi mi tengo il mio cellulare che fa solo telefonate e non sa
navigare (se occorre nuotare lo so fare io), e dal telefono fisso non posso
fare quella telefonata. Mica per dire tanto, poche parole, le solite, sempre
quelle, solo e soltanto quelle. E la rabbia, per fortuna, un po’ nasconde altre
cose. Ma non abbastanza.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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