È
sempre nuova, nel dolore e nella paura, e sempre nuova nella forza che
manifesta, anche dopo una tragedia. In certi momenti la vita è semplicemente
bella, per alcuni fortunati, purtroppo non per tutti. I fatti che ci arrivano
attraverso l’informazione dimostrano che a certi esseri umani, pochi miliardi,
non tutti in fondo, la vita come gioia è decisamente negata. Questo dovrebbe
essere sufficiente a lasciarci vincere dal pessimismo, oppure a tentare qualche
cosa per modificare un po’ la situazione, senza cadere in sofismi di bottega,
in piccoli vantaggi difesi come se da loro ne derivasse tutto, completamente tutto.
E
poi scattano le difese automatiche, inconsce, genetiche. La forza vitale che
trasforma un funerale appena concluso con un’esplosione di puro e semplice
sesso non ha altre motivazioni, e la morte deve diventare una festa, in alcune
culture, è logico che sia così.
Un
bel culo modellato da un abito serio fa volare la fantasia ben oltre il momento
triste che si sta vivendo, e non si intende mancare di rispetto a chi ci ha
lasciati, solo che quello è oggettivamente un bel culo. La vita per me è
simbolizzata dall’erba che si spinge sotto il catrame, sotto il cemento, e
trova in qualche modo la strada per arrivare a vedere il sole del giorno, o
meglio, a sentire, perché l’erba non vede. Se quella vita viene lasciata libera
di agire in poco tempo distrugge opere fatte per durare, per esaltare il nostro
dominio sulla natura (che concetto ridicolo, a solo rifletterci).
E
malgrado le immani tragedie, le morti per mille motivi non naturali, ma umani,
l’amore (con il suo gemello sesso e la cugina amicizia) non indietreggia di un
solo millimetro, e ci fa essere allegri anche quando, ad essere sinceri, non se
ne vedrebbero molti motivi.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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