Che ne sai tu dei miei silenzi, di quello che
nascondo e che mi vergognerei come un ladro se si sapesse, di quello che soffro
e cerco di mimetizzare, di quanto sono imploso di me e di come, altre
volte, sono proiettato verso il fuori, con slanci che neppure io mi aspettavo?
Mi prendo come metro delle cose non perché pensi
veramente di esserlo, per la miseria, ma solo perché vi sono costretto dall’essere
racchiuso nel mio corpo limitato e carente, cerca di capirlo, una volta per
tutte. Non posso entrare nella tua testa, non sono tanto bravo come psicologo,
e questo mi fa arrabbiare. Magari potessi. Quante volte ho immaginato di capire
veramente cosa pensavano tutti gli altri, esattamente tutti, per un gusto innato
da guardone spinto sino alla sublimazione, come lo scienziato che indaga nei
fatti dell’universo, nel corpo umano, nel legame tra atomi per formare una
molecola, nell’interagire tra specie viventi e, più direttamente, nella chimica
dell’attrazione umana.
Semplici sogni, irrealizzabili, o che si
possono lambire in modo circoscritto, per breve tempo, solo in certe condizioni,
quando si sfiora una sorta di stato di laica grazia. Una leggenda che mi ha colpito
quando ho iniziato ad interessarmi all’etologia è quella dell’anello di Re
Salomone. Il mitico re, ricordato anche per la sua saggezza,
sembra che possedesse un anello col quale, se lo infilava al dito, poteva capire
il linguaggio di tutti gli animali. Ce lo racconta Lorenz, uno dei padri dell’etologia
e premio Nobel per la medicina, in un suo libro. Ovviamente è invenzione
poetica ma indica una meta che l’indagine scientifica si è data, e che poco a
poco tenta di raggiungere, con ogni genere di osservazione ed esperimento.
Io però, visto che si tratta di sogni, non mi
limito. E perché mai dovrei farlo? Non è tanto il fare alcune cose che mi
intriga (certo, anche quello, è chiaro, non sai neppure quante ne vorrei
provare e non ne avrò mai occasione) quanto piuttosto il sapere, il provare una
certa emozione, il capire il perché quelle persone mi accettano mentre quelle
altre mi rifiutano. E poi, per non restare sempre a fissare il mio piccolo
spazio, scoprire le emozioni nelle persone che le stanno provando. Cosa prova
una donna sentendosi ammirata, camminando per strada? E mentre fa l’amore? E come
vive le sue astuzie di seduzione? Ma non solo, ovviamente. La mia curiosità
arriva al modo nel quale vive la sua condizione, in tanti paesi del mondo, e
poi, per chiudere il cerchio, entrare nelle testa degli uomini, dei tanti che
ragionano in modo lontano dal mio. Immagino il potere enorme che potrei avere
in tal modo, sapendo leggere nel pensiero, non solo con la capacità di intuire
dai gesti o da altri aspetti esteriori.
Tempo perso insomma, avrai ormai capito. La vita
è una, ci viviamo quella, le altre le possiamo solo osservare, farcele
raccontare, leggerne in parte nei libri, arrivare alla loro luce riflessa
usando tutte le antenne delle quali possiamo fare uso, e poi basta. La chiave
di lettura degli altri ancora non è stata creata, e le serrature sono tutte
diverse.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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