Si, l’ho conosciuto.
Ovviamente non è quello il suo vero nome (che ho colpevolmente dimenticato in
qualche piccola stanza della mia memoria), ma lui da ragazzino era così. Il
personaggio dei Peanuts era esattamente
come lui. Io allora insegnavo in una piccola scuola in un piccolo paese noto
per le sue susine. Ci sono rimasto pochi anni, in fondo, ma importantissimi,
pieni di attività e di iniziative, di speranze e di illusioni. Più che di
lavorare mi sembrava a volte di essere in vacanza, tutto o quasi mi era lieve,
malgrado già allora il mio carattere fosse pessimo, e in seguito sia solo
peggiorato.
Ma allora mi divertivo
molto, inventavo e creavo, con più libertà di quella che oggi è concessa ad un
insegnante, ed avevo meno burocrazia e meno parametri standardizzati coi quali
confrontarmi. La fonte principale del mio divertimento erano i ragazzi. Non che
fossero comici, per nulla, ma erano vitali e meno legati a certe derive che
stavano solo allora facendo il loro ingresso nel mondo dei giovani. Quella
scuola, quelle classi, a volte odoravano di stallatico, a volte di grappa
distillata di nascosto, le scarpe spesso erano pesanti, da contadino o da
allevatore. Ricordo molti di quei visi, poi mutati dal tempo e dalla vita, e se
rivedessi ora quei ragazzi di allora non li riconoscerei, ma sarebbero loro a riconoscere me. E questo in effetti mi capita ogni tanto, in giro, nei posti più disparati, in modo casuale.
Ma torno a Pig Pen. Lui era
unico, in quegli anni. Abiti sporchi e non di rado consumati. Mani ed unghie
luride. Odore "importante". Quando l’ho visto la prima volta ho pensato che fosse
un caso da seguire più degli altri, un disadattato o un indigente
economicamente e mentalmente. Solo per il primo punto avevo ragione.
Quando ho iniziato a fare le
prime verifiche e mi sono ritrovato a correggerle a casa dovevo lavarmi le mani
dopo aver toccato il suo foglio, ma non credevo a quello che vedevo. In modo
quasi incomprensibile ed illeggibile non sbagliava una risposta o una
considerazione o un calcolo. La prima volta ho pensato che avesse copiato o che
fosse una coincidenza. Ma copiato da chi, visto che nessuno aveva fatto meglio
di lui? Ordine e forma, praticamente sottozero. Contenuto e precisione nei
passaggi logici perfetti. Ho cominciato a guardare con ammirazione ed a toccare un po’ con
le pinze quei fogli pasticciati e con macchie, non sempre profumati. Avevo
trovato un genio, indiscutibilmente. Mi preveniva nelle conclusioni, capiva le
sfumature, ragionava senza incertezze, oppure trovava i punti deboli delle mie
lezioni. Credo di averlo amato, a modo mio. Quando ho iniziato a
prenderlo in giro lui ha capito ed è stato al gioco, e da allora entrare in
quella classe era ogni volta una sfida per entrambi, e non sempre si sapeva chi
avrebbe vinto.
Morale - La cultura e l’intelligenza
non sono asettiche, e bisogna fare attenzione ad accettare la caramelle se te
le offrono (prima bisogna sempre guardare come sono le mani).
Silvano C.©( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.