venerdì 15 novembre 2013

Ho conosciuto Pig Pen



Si, l’ho conosciuto. Ovviamente non è quello il suo vero nome (che ho colpevolmente dimenticato in qualche piccola stanza della mia memoria), ma lui da ragazzino era così. Il personaggio dei  Peanuts era esattamente come lui. Io allora insegnavo in una piccola scuola in un piccolo paese noto per le sue susine. Ci sono rimasto pochi anni, in fondo, ma importantissimi, pieni di attività e di iniziative, di speranze e di illusioni. Più che di lavorare mi sembrava a volte di essere in vacanza, tutto o quasi mi era lieve, malgrado già allora il mio carattere fosse pessimo, e in seguito sia solo peggiorato.
Ma allora mi divertivo molto, inventavo e creavo, con più libertà di quella che oggi è concessa ad un insegnante, ed avevo meno burocrazia e meno parametri standardizzati coi quali confrontarmi. La fonte principale del mio divertimento erano i ragazzi. Non che fossero comici, per nulla, ma erano vitali e meno legati a certe derive che stavano solo allora facendo il loro ingresso nel mondo dei giovani. Quella scuola, quelle classi, a volte odoravano di stallatico, a volte di grappa distillata di nascosto, le scarpe spesso erano pesanti, da contadino o da allevatore. Ricordo molti di quei visi, poi mutati dal tempo e dalla vita, e se rivedessi ora quei ragazzi di allora non li riconoscerei, ma sarebbero loro a riconoscere me. E questo in effetti mi capita ogni tanto, in giro, nei posti più disparati, in modo casuale. 
 
Ma torno a Pig Pen. Lui era unico, in quegli anni. Abiti sporchi e non di rado consumati. Mani ed unghie luride. Odore "importante". Quando l’ho visto la prima volta ho pensato che fosse un caso da seguire più degli altri, un disadattato o un indigente economicamente e mentalmente. Solo per il primo punto avevo ragione.
Quando ho iniziato a fare le prime verifiche e mi sono ritrovato a correggerle a casa dovevo lavarmi le mani dopo aver toccato il suo foglio, ma non credevo a quello che vedevo. In modo quasi incomprensibile ed illeggibile non sbagliava una risposta o una considerazione o un calcolo. La prima volta ho pensato che avesse copiato o che fosse una coincidenza. Ma copiato da chi, visto che nessuno aveva fatto meglio di lui? Ordine e forma, praticamente sottozero. Contenuto e precisione nei passaggi logici perfetti. Ho cominciato a guardare con ammirazione ed a toccare un po’ con le pinze quei fogli pasticciati e con macchie, non sempre profumati. Avevo trovato un genio, indiscutibilmente. Mi preveniva nelle conclusioni, capiva le sfumature, ragionava senza incertezze, oppure trovava i punti deboli delle mie lezioni. Credo di averlo amato, a modo mio. Quando ho iniziato a prenderlo in giro lui ha capito ed è stato al gioco, e da allora entrare in quella classe era ogni volta una sfida per entrambi, e non sempre si sapeva chi avrebbe vinto. 
Morale - La cultura e l’intelligenza non sono asettiche, e bisogna fare attenzione ad accettare la caramelle se te le offrono (prima bisogna sempre guardare come sono le mani).
                                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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