Quanto amore sprecato, e
quanto odio gratuito, inutile e non richiesto, sparato contro chi non ha colpe,
solo per gioco.
Basta essere un elemento
debole della società, nel senso di non avere protezione adeguata ed armata, o
appartenere ad un gruppo che può servire per scegliersi la propria vittima, e
la violenza può arrivare, inattesa ed assurda.
Un ragazzo gay, che non fa
assolutamente nulla per scandalizzare, ma che il branco usa come se fosse un
divertimento sadico, ad allontanare paure profonde ed inconfessabili magari, a
difesa di una assurda ed inesistente “normalità”.
Una donna, bella o brutta,
giovane o meno giovane, vestita in modo appariscente o assolutamente anonimo,
colpevole solo di essere nel posto sbagliato, o di amare l’uomo sbagliato.
Un bambino, o una bambina,
scambiati per sfogo sessuale, loro che pensano a giochi e a favole. E trovano
un orco, che in realtà è solo uno dei peggiori delinquenti, un essere che non è
mai cresciuto o che ha a sua volta subito violenza, da piccolo. Un vigliacco,
insomma.
Un uomo o una donna con la
pelle di un altro colore, o che si esprime in una lingua diversa, che viene a
rubare la nostra casa, il nostro lavoro, il nostro benessere. Un essere
inferiore che deve solo essere schiavo e non lamentarsi. Non ha diritti.
E poi ancora il giovane che
cerca lavoro, che magari non subisce violenza fisica ma ne subisce una ancora
peggiore, perché gli rubano il futuro. Ed i violenti sono quelli ben vestiti ed
arrivati, che non cedono nulla di quanto hanno accumulato rubando sui poveri,
poveri anche per quello. I violenti sono quelli che guadagnano cifre folli, sia
nella pubblica amministrazione che nell’economia privata, e fanno fuggire
altrove i loro capitali mascherandosi da difensori della giustizia, contro ogni
privilegio.
Ed allora il ragazzo che si
perde e non trova più valori da seguire quanto è colpevole?
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.