Nella periferia dove
l’umanità combatte contro e dove la solidarietà ha confini, traffici poco chiari e
gruppi organizzati impongono un loro ordine. Quando un piccolo potente prende
possesso di una ristretta area perché intende sfruttare il basso costo degli immobili
come per magia una quiete prima impensabile cala attorno, e poi una nuova vita,
più solare, più “per bene” arriva a mutare l’atmosfera.
Nella città ci sono zone
dove per tradizione si vive tranquilli, sono quartieri come gli altri, solo un
po’ più puliti forse, ma con meno vita sulle strade, nobili nella loro
apparente ma studiata semplicità. Esservi introdotti può capitare, ma non vi si
resta se non si è di quel mondo.
Ora però è in atto un
mutamento, la discrezione non è più una virtù e l’emarginato si avvicina. Chi
sta in mezzo è strattonato tra razzismo ed apertura, vorrebbe difendere un po’
se stesso senza diventare a sua volta aguzzino, si sente tradito da chi lo
rappresenta, perché comunque è lontano, non vive dove vive la gente comune e può
ammantarsi di liberalità a spese altrui.
Forse è solo la conoscenza
che manca, è la paura del diverso che frena, oppure l’aver scordato la storia e
la vita dei nostri padri e dei nostri nonni, che hanno saputo ricostruire dalla
macerie senza invidiare, ma con una solidarietà che hanno ricevuto e restituito.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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