La fortezza ha vari ordini
di opere di difesa, e non è neppure sguarnita per quanto riguarda le sue
armi di offesa. È costruita con una prima linea esterna, apparentemente facile
da superare, con molti varchi chiusi da semplici portoni, ma è pronta a
resistere ad attacchi non ben preparati. Nella vita di tutti i giorni insomma
funziona bene, e tiene gli estranei alla larga.
Dopo aver superato una zona
scoperta si arriva alla seconda linea, dove si erge una cinta muraria con pochi
varchi, difesi da bastioni e strutture di ferro. Uomini addestrati vi fanno
servizio permanente, non si supera senza che le difese vengano abbassate
dall’interno o vinte da fuori con forze ingenti e motivate. Chi mi conosce
almeno un po’ sa come entrare attraverso quelle barriere, non si fa spaventare
e mi arriva più vicino.
La terza linea difensiva è
solida e incute rispetto. Un fossato la circonda, e solo tre ponti levatoi
danno accesso alla piazza d’armi che si trova all’interno. Gli armati che
stanno su queste mura sono esperti, hanno combattuto molte battaglie, sono
veterani. Alcuni però sanno entrare senza difficoltà, sanno come far abbassare
i ponti levatoi, non si spaventano, ed entrano sicuri. Se vogliono possono
aggredire anche i veterani più attenti ed arrivare vicini al mio cuore.
La piccola cittadella
centrale della fortezza è invalicabile, non ha aperture visibili né altri
contatti col mondo esterno. All’interno nessuno entra, neppure i più intimi.
Qui sono l’unico signore, io
solo posso decidere se uscire o no da questo luogo, dove conservo segreti e
vergogne incoffessabili, paure e speranze intraducibili. Solo io, raramente,
porto fuori da questo luogo un po’ di quello che sono, che è sempre ben poco,
tuttavia, poiché l’oscurità non ama la luce del sole .
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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