venerdì 20 settembre 2013

Angela

Lui entra depresso nel bar, dove non è solito entrare, né in quello né in nessun altro. Desidera solo distrarsi, vedere gente, e per il resto non cerca nulla, né parlare con qualcuno né ubriacarsi, né cercare compagnia femminile. Non cercando nulla è aperto ad ogni possibilità, anche se non se ne rende conto. Il suo abbigliamento è elegante, da uomo in carriera, ma con toni più smorzati perché non è più un ragazzino da tanto tempo. Ha conservato un certo fascino residuo, solo offuscato da un piccolo appesantimento del corpo, ma nel complesso porta abbastanza bene i suoi 61 anni.

Lei lo nota subito, capisce che potrebbe essere una facile preda, e con calma prepara la sua esca. Il primo approccio però va a vuoto. Lui non vede il taccuino che lei fa cadere con noncuranza mentre gli passa accanto per andare a sedersi al lato opposto della sala. Lei lascia passare alcuni minuti, poi ritorna sui suoi passi e fingendo di cercare trova il taccuino e lo riprende da terra, e lui ancora non sembra vederla.
- Sei un osso duro – pensa lei – ma ti sistemo io, tranquillo.-

Lui pensa agli avvenimenti della giornata, alla fine di un progetto al quale ha lavorato a lungo, che gli è costato mesi di energie, che lo ha fatto litigare in modo forse irreparabile con la sua compagna, che ormai da tre settimane non sente più, neppure al telefono con un breve messaggio. Eppure quel villaggio era un affare, un investimento sicuro. Niente. I grandi capi, che lo avevano sempre considerato la loro mente più acuta, lo hanno abbandonato per seguire un’idea del tutto diversa, su una linea di prodotti dietetici abbinata ad una catena di istituti di bellezza. Il nuovo astro nascente della società è Fabbri, di 23 anni più giovane, ne è perfettamente consapevole. Il suo progetto stroncato è la bocciatura della sua stessa figura. Questione di pochi mesi, ne è certo, poi riceverà comunicazioni molto esplicite, anche se diplomatiche, dalla dirigenza.

Lei stavolta gli si avvicina, sa che lui ancora non si è accorto dei suoi movimenti. Direttamente usa la scusa del cellulare:
- Scusi, mi spiace importunarla, ma vedo che siamo pochi nel locale, e mi sembra la persona più adatta per chiederle un favore. Ho scordato il telefono, e dovrei fare una chiamata urgente di pochissimi minuti. Le spiace prestarmi il suo per…-
Non finisce la frase che lui le porge il cellulare, quasi senza guardarla:
- Prego, tenga e faccia con comodo. -
Lei sorride per ringraziare, si allontana di pochi metri, telefona ad una amica con una scusa e poi ritorna e restituisce l’apparecchio.

Lui finalmente nota quella bella donna che ora telefona dandogli le spalle, giovane, tra i 25 e i 30, elegante, tacchi alti ma non troppo, calze velate, gonna aderente e giacca stretta in vita. Capelli corti e nerissimi. Ha un bellissimo culo, lo può ammirare con calma, ora che lei non lo guarda. Finalmente si distrae dal suo progetto bocciato, mentre lei si gira e torna per restituirgli il cellulare.
- Si accomodi, se le va, le posso offrire qualcosa? Posso permettermi di chiederglielo?-

Lei sorride e si siede accanto a lui, non di fronte come gli sarebbe sembrato più logico, e lo ringrazia, iniziando a parlare di cose che lui neppure capisce. Di nuovo è perso, ma stavolta ha i suoi occhi, di  un verde scurissimo, a pochi centimetri, e sente il suo alito, profumato, caldo. Bevono entrambi un Martel,  lui parla pochissimo, ascolta la sua voce che lo incanta. Ha denti bianchissimi. Per un paio di volte lei fruga nella sua borsa, tra di loro, lo sfiora, e lui avverte il contatto con le sua mani, sente una specie di corrente elettrica che lo attraversa. Neppure mezz'ora dopo però le fantasie che lui aveva iniziato a fare su di lei crollano. Lei si alza, spiega che ora deve andare, ed infatti esce dal locale  in meno di un minuto, mentre lui è ancora in piedi, dopo essersi alzato a sua volta per salutarla.

Il suo uomo l’aspetta in auto, a poca distanza dal bar, a luci spente. Assieme vedono che il bottino è stato buono, 2500 euro in contanti e due carte di credito, oltre a documenti personali che però a loro non interessano. Un po’ le spiace, le era simpatico, così triste, e non si accorto di nulla. Prima neppure l’ha vista, e dopo le guardava solo gli occhi e la bocca, senza dire nulla, mentre lei lo ipnotizzava con frasi senza senso. Le ha guardato sicuramente il culo, ne è sicura, è questo che l’ha spinto ad invitarla a bere. "Ti ho sistemato, come vedi" pensa ora sorridendo mentre il suo uomo non capisce quella strana allegria improvvisa.

Lui esce dal locale pochi minuti dopo, si guarda attorno, ma non li vede, non nota quell’auto, che ha pure i vetri leggermente oscurat, tra le tante altre parcheggiate. Si è sicuramente accordo dello scherzetto che lei gli ha fatto. Non ha trovato il denaro per pagare le consumazioni.  Rientra, ma ritorna fuori in pochi minuti. Loro restano fermi, ad osservarlo, non vogliono farsi notare partendo proprio adesso.

Un gruppetto di tre ragazzi che hanno tutti berretti con la visiera calcati in testa compare in quel momento dall’altro lato della strada, lo notano, a quell’ora non passa più nessuno, si avvicinano, lo circondano. Ora sono ad almeno 100 metri dal bar, il barista non li può vedere, discutono animatamente. Un ragazzo sembra avere un coltello in mano, lo avvicina al volto dell’uomo. Lei vede la scena, la sua mano va veloce al braccio del suo uomo, gli manda una preghiera muta, e lui capisce.

Augusto si allena due ore al giorno in palestra, pratica kickboxing da dilettante, ha passato 18 mesi in galera per una piccola zuffa quando ancora non aveva capito come evitare di farsi beccare. Non ha paura dei tre teppisti, anche se potrebbero essere tutti armati. Senza che neppure se ne accorgano sono a terra tutti quanti, colpiti con pochi movimenti da Augusto nei punti dove fa più male. Prima di potersi rialzare impiegheranno diversi minuti, e ricorderanno per un po’ di tempo che certe bravate a volte si pagano. Si rassicura che l’uomo aggredito stia bene, lo consiglia di tornare nel bar e chiamare aiuto. Poi si allontana, torna alla sua auto, e parte, con Angela seduta al suo fianco.

Lui torna nel bar, e più tardi, alla polizia, non sarà in grado di descrivere con precisione l’uomo che lo ha aiutato, né l’auto con la quale si è allontanato. No, non ha fatto in tempo a prendere la targa. Si, quelli che lo hanno aggredito sono quei tre che ora sono stati fermati a un isolato di distanza. La ragazza? Si, era molto bella, capelli corti e neri, occhi quasi neri. Ma non sa dire altro. Gli ha portato via soldi e documenti, si. Peccato per i documenti, ma non sarà un problema, spera. Si, quella ragazza era proprio bella, sembrava un angelo.

                                                                        Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana