Lui entra depresso nel bar,
dove non è solito entrare, né in quello né in nessun altro. Desidera solo distrarsi, vedere gente, e per il resto non cerca nulla, né
parlare con qualcuno né ubriacarsi, né cercare compagnia femminile. Non
cercando nulla è aperto ad ogni possibilità, anche se non se ne rende conto. Il
suo abbigliamento è elegante, da uomo in carriera, ma con toni più smorzati
perché non è più un ragazzino da tanto tempo. Ha conservato un certo fascino residuo,
solo offuscato da un piccolo appesantimento del corpo, ma nel complesso porta
abbastanza bene i suoi 61 anni.
Lei lo nota subito, capisce
che potrebbe essere una facile preda, e con calma prepara la sua esca. Il primo
approccio però va a vuoto. Lui non vede il taccuino che lei fa cadere con
noncuranza mentre gli passa accanto per andare a sedersi al lato opposto della
sala. Lei lascia passare alcuni minuti, poi ritorna sui suoi passi e fingendo
di cercare trova il taccuino e lo riprende da terra, e lui ancora non sembra
vederla.
- Sei un osso duro – pensa
lei – ma ti sistemo io, tranquillo.-
Lui pensa agli avvenimenti
della giornata, alla fine di un progetto al quale ha lavorato a lungo, che gli
è costato mesi di energie, che lo ha fatto litigare in modo forse irreparabile
con la sua compagna, che ormai da tre settimane non sente più, neppure al
telefono con un breve messaggio. Eppure quel villaggio era un affare, un
investimento sicuro. Niente. I grandi capi, che lo avevano sempre considerato
la loro mente più acuta, lo hanno abbandonato per seguire un’idea del tutto
diversa, su una linea di prodotti dietetici abbinata ad una catena di istituti
di bellezza. Il nuovo astro nascente della società è Fabbri, di 23 anni più
giovane, ne è perfettamente consapevole. Il suo progetto stroncato è la
bocciatura della sua stessa figura. Questione di pochi mesi, ne è certo, poi
riceverà comunicazioni molto esplicite, anche se diplomatiche, dalla dirigenza.
Lei stavolta gli si
avvicina, sa che lui ancora non si è accorto dei suoi movimenti. Direttamente
usa la scusa del cellulare:
- Scusi, mi spiace
importunarla, ma vedo che siamo pochi nel locale, e mi sembra la persona più
adatta per chiederle un favore. Ho scordato il telefono, e dovrei fare una
chiamata urgente di pochissimi minuti. Le spiace prestarmi il suo per…-
Non finisce la frase che lui
le porge il cellulare, quasi senza guardarla:
- Prego, tenga e faccia con
comodo. -
Lei sorride per ringraziare,
si allontana di pochi metri, telefona ad una amica con una scusa e poi ritorna
e restituisce l’apparecchio.
Lui finalmente nota quella
bella donna che ora telefona dandogli le spalle, giovane, tra i 25 e i 30,
elegante, tacchi alti ma non troppo, calze velate, gonna aderente e giacca
stretta in vita. Capelli corti e nerissimi. Ha un bellissimo culo, lo può
ammirare con calma, ora che lei non lo guarda. Finalmente si distrae dal suo
progetto bocciato, mentre lei si gira e torna per restituirgli il cellulare.
- Si accomodi, se le va, le
posso offrire qualcosa? Posso permettermi di chiederglielo?-
Lei sorride e si siede
accanto a lui, non di fronte come gli sarebbe sembrato più logico, e lo
ringrazia, iniziando a parlare di cose che lui neppure capisce. Di nuovo è
perso, ma stavolta ha i suoi occhi, di
un verde scurissimo, a pochi centimetri, e sente il suo alito,
profumato, caldo. Bevono entrambi un Martel,
lui parla pochissimo, ascolta la sua voce che lo incanta. Ha denti
bianchissimi. Per un paio di volte lei fruga nella sua borsa, tra di loro, lo
sfiora, e lui avverte il contatto con le sua mani, sente una specie di corrente
elettrica che lo attraversa. Neppure mezz'ora dopo però le fantasie che lui
aveva iniziato a fare su di lei crollano. Lei si alza, spiega che ora deve
andare, ed infatti esce dal locale in
meno di un minuto, mentre lui è ancora in piedi, dopo essersi alzato a sua
volta per salutarla.
Il suo uomo l’aspetta in
auto, a poca distanza dal bar, a luci spente. Assieme vedono che il bottino è
stato buono, 2500 euro in contanti e due carte di credito, oltre a documenti
personali che però a loro non interessano. Un po’ le spiace, le era simpatico, così
triste, e non si accorto di nulla. Prima neppure l’ha vista, e dopo le guardava
solo gli occhi e la bocca, senza dire nulla, mentre lei lo ipnotizzava con
frasi senza senso. Le ha guardato sicuramente il culo, ne è sicura, è questo
che l’ha spinto ad invitarla a bere. "Ti ho sistemato, come vedi" pensa ora
sorridendo mentre il suo uomo non capisce quella strana allegria improvvisa.
Lui esce dal locale pochi
minuti dopo, si guarda attorno, ma non li vede, non nota quell’auto, che ha pure i vetri leggermente oscurat, tra le
tante altre parcheggiate. Si è
sicuramente accordo dello scherzetto che lei gli ha fatto. Non ha trovato il
denaro per pagare le consumazioni.
Rientra, ma ritorna fuori in pochi minuti. Loro restano fermi, ad
osservarlo, non vogliono farsi notare partendo proprio adesso.
Un gruppetto di tre ragazzi
che hanno tutti berretti con la visiera calcati in testa compare in quel momento
dall’altro lato della strada, lo notano, a quell’ora non passa più nessuno, si
avvicinano, lo circondano. Ora sono ad almeno 100 metri dal bar, il barista non
li può vedere, discutono animatamente. Un ragazzo sembra avere un coltello in
mano, lo avvicina al volto dell’uomo. Lei vede la scena, la sua mano va veloce
al braccio del suo uomo, gli manda una preghiera muta, e lui capisce.
Augusto si allena due ore al
giorno in palestra, pratica kickboxing da dilettante, ha passato 18 mesi in
galera per una piccola zuffa quando ancora non aveva capito come evitare di
farsi beccare. Non ha paura dei tre teppisti, anche se potrebbero essere tutti
armati. Senza che neppure se ne accorgano sono a terra tutti quanti, colpiti
con pochi movimenti da Augusto nei punti dove fa più male. Prima di potersi
rialzare impiegheranno diversi minuti, e ricorderanno per un po’ di tempo che
certe bravate a volte si pagano. Si rassicura che l’uomo aggredito stia bene,
lo consiglia di tornare nel bar e chiamare aiuto. Poi si allontana, torna alla
sua auto, e parte, con Angela seduta al suo fianco.
Lui torna nel bar, e più
tardi, alla polizia, non sarà in grado di descrivere con precisione l’uomo che
lo ha aiutato, né l’auto con la quale si è allontanato. No, non ha fatto in
tempo a prendere la targa. Si, quelli che lo hanno aggredito sono quei tre che
ora sono stati fermati a un isolato di distanza. La ragazza? Si, era molto
bella, capelli corti e neri, occhi quasi neri. Ma non sa dire altro. Gli ha
portato via soldi e documenti, si. Peccato per i documenti, ma non sarà un
problema, spera. Si, quella ragazza era proprio bella, sembrava un angelo.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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