Se esiste un fiore che mi affascina e mantiene viva la mia curiosità per la botanica, che colpevolmente ho in parte scordato dopo i miei studi universitari, questo è la “Bella di notte” (nome scientifico: Mirabilis jalapa).
Vivo una sovrapponibile
attrazione per l’astronomia, per i nomi di stelle e costellazioni, che
richiamano dei e leggende, meraviglie perse nell’infinito cielo. Non c’è nulla
di razionale o di scientifico in tutto questo, solo l’irruzione del mondo
sommerso, il risveglio di sogni e favole, di quella parte del cervello che
rifugge da riscontri di tempo e di prove, che non ha bisogno di dimostrazioni
per percepire l’intero.
È innegabilmente il nome che
mi attrae di questo fiore, che attrae falene ed altri insetti notturni con altre motivazioni. Solo
per loro apre le sue corolle di vari colori, che si possono ammirare al chiaro di Luna, mentre alle prime luci dell’alba le richiude, e di giorno a volte
soffre per il troppo calore anche se ama, stranamente, il pieno Sole.
È una pianta annuale, che è
in grado di prendere il posto di altre piante coltivate, che cresce vigorosa,
grande, e produce frutti che germogliano con facilità se sono freschi, ma che
resistono pure alla siccità. E sono tossici, come i fiori stessi, perché la
Bella di notte è pericolosa, come ogni bella donna lo sa essere con chi non
riesce ad accettarla o riconoscere nel suo potere (e anche la Belladonna, per restare in tema,
possiede un veleno che può essere mortale, l’atropina).
È stata importata dal Perù,
viene quindi dal Nuovo Mondo, ma da noi si è perfettamente adattata, come molte
altre specie animali e vegetali. Ogni sua caratteristica sembra perfetta per
creare leggende e stimolare la fantasia. Per alcuni è simbolo di timidezza, per
altri di passione nascosta, notturna appunto, e non mi è difficile immaginarla
in sembianze umane, femminili, aggirarsi di notte come se fosse una strega,
attirare col suo intenso profumo gli uomini che passano nelle sue vicinanza,
ammaliarli, vincerne le resistenze e sedurli, perché gli uomini non cercano
altro, che di essere sedotti cioè, ogni notte, specialmente in estate, quando
la vita con le tenebre sembra più intensa e feconda che non di giorno.
Come le streghe non muore
veramente alla fine della stagione, ma i suoi tuberi sotterranei sono pronti,
l’anno successivo, anche se i semi non hanno avuto successo, a riprendere nuova
vita. Ha una forza da donna che l’uomo può solo invidiare, che vorrebbe dominare, ed è
per questo che a lungo ha combattuto le streghe, in ogni tempo ed in ogni
luogo, perché possiedono il segreto della vita e della morte mentre l’uomo,
spesso, possiede solo il segreto della morte.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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