sabato 28 settembre 2013

Bella di notte


Se esiste un fiore che mi affascina e mantiene viva la mia curiosità per la botanica, che colpevolmente ho in parte scordato dopo i miei studi universitari, questo è la “Bella di notte” (nome scientifico: Mirabilis jalapa).
 
Vivo una sovrapponibile attrazione per l’astronomia, per i nomi di stelle e costellazioni, che richiamano dei e leggende, meraviglie perse nell’infinito cielo. Non c’è nulla di razionale o di scientifico in tutto questo, solo l’irruzione del mondo sommerso, il risveglio di sogni e favole, di quella parte del cervello che rifugge da riscontri di tempo e di prove, che non ha bisogno di dimostrazioni per percepire l’intero.

È innegabilmente il nome che mi attrae di questo fiore, che attrae falene ed altri insetti notturni con altre motivazioni. Solo per loro apre le sue corolle di vari colori, che si possono ammirare al chiaro di Luna, mentre alle prime luci dell’alba le richiude, e di giorno a volte soffre per il troppo calore anche se ama, stranamente, il pieno Sole.
È una pianta annuale, che è in grado di prendere il posto di altre piante coltivate, che cresce vigorosa, grande, e produce frutti che germogliano con facilità se sono freschi, ma che resistono pure alla siccità. E sono tossici, come i fiori stessi, perché la Bella di notte è pericolosa, come ogni bella donna lo sa essere con chi non riesce ad accettarla o riconoscere nel suo potere (e anche la Belladonna, per restare in tema, possiede un veleno che può essere mortale, l’atropina).

È stata importata dal Perù, viene quindi dal Nuovo Mondo, ma da noi si è perfettamente adattata, come molte altre specie animali e vegetali. Ogni sua caratteristica sembra perfetta per creare leggende e stimolare la fantasia. Per alcuni è simbolo di timidezza, per altri di passione nascosta, notturna appunto, e non mi è difficile immaginarla in sembianze umane, femminili, aggirarsi di notte come se fosse una strega, attirare col suo intenso profumo gli uomini che passano nelle sue vicinanza, ammaliarli, vincerne le resistenze e sedurli, perché gli uomini non cercano altro, che di essere sedotti cioè, ogni notte, specialmente in estate, quando la vita con le tenebre sembra più intensa e feconda che non di giorno.

Come le streghe non muore veramente alla fine della stagione, ma i suoi tuberi sotterranei sono pronti, l’anno successivo, anche se i semi non hanno avuto successo, a riprendere nuova vita. Ha una forza da donna che l’uomo può solo invidiare, che vorrebbe dominare, ed è per questo che a lungo ha combattuto le streghe, in ogni tempo ed in ogni luogo, perché possiedono il segreto della vita e della morte mentre l’uomo, spesso, possiede solo il segreto della morte.


                                                            Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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