mercoledì 7 agosto 2013

Una vita in appalto



Il posto fisso non è un diritto, il dipendente pubblico è un privilegiato, l’imprenditore rischia e il dipendente no, i dipendenti pubblici non fanno nulla e rubano lo stipendio, occorre ridurre le spese nella pubblica amministrazione, bisogna razionalizzare e tagliare i rami secchi ed improduttivi…
Ecco un campionario assolutamente incompleto di luoghi comuni con un solido e sicuro fondo di verità ed una certa percentuale di innegabile e facile demagogia.

La mia ottica non è imprenditoriale, occorre premetterlo per chiarezza, e quindi sono aperto ad ogni critica e suggerimento mi possa arrivare da quel settore. Io però voglio solo riflettere su un aspetto, e cioè su alcuni affetti perversi del meccanismo degli appalti.

Senza entrare nel merito del concetto di appalto, mi interessa qui soltanto il sistema delle offerte (più o meno) segrete al massimo ribasso, e riflettere sui suoi effetti quando una amministrazione decide di non svolgere più con suoi dipendenti un certo servizio, perché giudicato troppo oneroso per la comunità, ma di affidarlo ad altri, non di rado cooperative di ex dipendenti o di lavoratori in cerca di occupazione o, in altri casi, di grosse società di servizi che operano anche sull’intero territorio nazionale o addirittura europeo.

Caso 1 – La cooperativa. Il socio della cooperativa, pur svolgendo a tutti gli effetti un lavoro dipendente, si assume in proprio molti oneri e rischi, solitamente riceve un compenso basso, svolge attività precaria, e non è mai fidelizzato all’ente o al luogo dove presta servizio. Non è raro che venga pagato con grossi ritardi o non pagato per nulla. Ad esempio un bidello scolastico comunale o comunque pubblico ha garanzie sindacali, ha un credito dalla banca in caso di bisogno, ha una sicurezza per il futuro che gli permette di fare piccoli investimenti (cioè spese che muovono l’economia), pensare ad una famiglia e così via. Il socio della cooperativa che entra nella scuola solo per le pulizie, con un contratto a termine, sottopagato (l’offerta che ha vinto era necessariamente più bassa), non ha credito in banca, non può fare progetti per il futuro se non a suo rischio, e sicuramente spende di meno, smuovendo di quasi nulla l’economia locale. Si ottiene un risparmio per le casse pubbliche a spese di una maggiore insicurezza sociale, cioè a scapito dei più deboli, non certo dei ceti elevati, e riduce lentamente le basi del ceto medio.

Caso 2 – La grossa società di servizi. Anche in questo caso, se l’appalto si vince col meccanismo della migliore offerta, cioè di quella meno onerosa per l’ente pubblico o privato, si innescano meccanismi che è difficile voler giustificare col semplice risparmio pur mantenendo il livello della qualità. È una presa in giro avere qualità a basso prezzo, è la pubblicità del discount, dell’illusione dei poveri. Inutile che spieghi la differenza tra una utilitaria della Fiat ed una berlina della Mercedes, oppure tra un pc economico ed un Apple, no? La cosa mi appare ancor più nitida ed evidente quando, alla scadenza di un contratto, la società che ha gestito il servizio per anni, a volte moltissimi anni, perde la gara di appalto e subentra una nuova società. I lavoratori della vecchia società vengono rassicurati da tutti, ma sarà impossibile garantire loro lo stesso trattamento economico e le stesse condizioni di lavoro se i soldi a disposizione sono comunque di meno.

Non ho soluzioni, sinceramente. Vedo però che in altri paesi, e in certe condizioni anche da noi, in Italia, i lavoratori sono corresponsabilizzati e partecipano agli utili ed alle perdite con meccanismi ben diversi, meno punitivi, senza mai dimenticare la dignità del lavoro, che è al primo punto della nostra Costituzione.

L'incisione che illustra il post è di Escher

                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana