domenica 11 agosto 2013

Spesa al Discount


Brevissimo dialogo immaginario, in due battute, seguito da un approfondimento leggermente meno breve.

Dialogo:
“Vedere in TV gente che compra alimentari al discount sostenendo di spendere la metà fa capire che la salute della popolazione peggiora.”
“Non concordo, e sostenere che alimentari acquistati nei discount siano nocivi alla salute è fare terrorismo
( è un pò un dialogo tra sordi, e non è neppure un vero dialogo, perchè la seconda battuta non replica fedelnente alla prima, che infatti non fa cenno di alimenti nocivi nei discount, ma non per nulla è un DIALOGO IMMAGINARIO, no ? )

Approfondimento
Il presidente Istat Enrico Giovannini dice, nell’aprile del 2013, che la crisi ha modificato i modelli di consumo. Il 71% delle famiglie ha modificato quantità e qualità dei prodotti alimentari acquistati, quasi eliminando le spese per visite mediche e analisi cliniche.
Quindi l’Istat dice esplicitamente che cala la qualità dei prodotti ed il livello di protezione per la salute. (fonte: dati Istat)
Valerio Giaccone, docente di Ispezione degli alimenti all'Università di Padova, aggiunge che la ricerca del solo risparmio, i controlli ridotti da parte delle ASL, e la minore attenzione alle etichette da parte dei consumatori aumentano i rischi per la salute.
(fonte: Adnkrons Salute – 22 luglio 2013)
A volte il prezzo per i prodotti offerti è veramente troppo basso, e così compriamo pomodori cinesi, ad esempio, o altri alimenti prodotti dove i controlli non sono al livello italiano o europeo. Sergio Calabrese, nutrizionista, si dice preoccupato a tal riguardo. Una mozzarella su 4 proviene da latte non italiano, e non sicuro. Unica voce contraria in questo caso Valeria Brigniani, che in un libro e sul suo blog sostiene che non sempre prezzo alto significa qualità. (fonte: L'Europa scopre i rischi della spesa a basso costo, Legambiente, 31/5/2013)

Conclusioni
Fatto salvo che al discount si può fare la spesa, risparmiare e non morire necessariamente avvelenati, anche nella normale distribuzione sono sempre più diffusi i prodotti a prezzo più contenuto.
Comprando frutta, verdura, uova, formaggi e così via da produttori locali si saltano mediatori, magari con i gruppi di acquisti solidali. Non servono il discount o la grande distribuzione e la qualità è maggiormente garantita.
Se si va al discount e si riempie il carrello di bevande gasate non di marca, di dolci e patatine non prodotti in Italia, di imitazioni pacchiane di altri e più noti alimenti la salute non ne ricava alcun vantaggio, e, tutto sommato, neppure il portafogli.
Pure al discount ho visto in vendita pane e generi da forno freschi. In vari casi si tratta di pane prelavorato all’est, in condizioni non controllate, e semplicemente cotto in Italia. Se dal fornaio costa di più,in questo caso, un motivo c’è.
Andate a Ferrara, osservate cosa succede se un fornaio si azzarda a vendere una coppia di pane (ciupeta) non come si deve, e poi raccontatemi gli sviluppi. Sono curioso di leggere la risposta che scriverete, se avrete la bontà di farlo.

Non credo di aver fatto terrorismo, come scrive l’interlocutore, mi auguro solo di aver dato uno spunto di riflessione sugli effetti della crisi sulla nostra salute. E concludo con una massima di mio nonno: se vuoi risparmiare, non spendere poco.

                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

1 commento:

  1. Le famiglie son abituate ad aver tanti prodotti nelle dispense. Con la crisi i discount illudono di continuare ad avere le mense piene. Presto la magioranza degli italiani impararerà che la quantità non ha soddisfatto quanto la qualità.
    Speriamo succeda al più presto.

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