Aspetta da ore, dietro la
pesante porta del palazzo. In tasca ha un coltello da sub, nuovo, nel fodero,
comprato tre mesi prima in un grosso negozio sportivo nella galleria
dell’ipermercato di Casalecchio di Reno. È stato un viaggio lungo per lui
arrivare sino a Casalecchio, perché da un po’ di tempo fa fatica a guidare, e
la sua vecchia Tipo grigio topo metallizzata ma un po’ scrostata del ’90 fa più
fatica di lui. Voleva comprare quel coltello e non farsi riconoscere in alcun
modo. Ha aspettato gli inizi di luglio, quando è normale comprare attrezzature
sportive per pesca subacquea, ed ha atteso pure un momento di ressa alle casse,
per pagare, con un bel paio di occhiali da vista, dei quali lui non ha alcun
bisogno, ed un berrettino della Yale University ben calcato in testa. Il
coltello è affilatissimo, con una parte seghettata, pesante, robusto, lama
lucida ed impugnatura anatomica di gomma nera. Ora lo tiene con attenzione,
perché non vuole ferirsi, e, ancor meno, lasciare impronte digitali. Non lo ha
mai toccato a mani nude, sempre con guanti in lattice, da quando lo ha tolto
dalla confezione originale, gettata ormai da tempo nella indifferenziata, ed
ora finita chissà dove.
Aspetta da ore, dietro la
pesante porta del palazzo, e la sua mente torna a quel giorno tragico di oltre
un anno e mezzo fa, quando al telegiornale locale delle 12 leggono una notizia
brevissima in cronaca nera: “Il noto gioielliere Vender, alle ore 9:40, alla
guida della sua grossa auto ha travolto ed ucciso una giovane di 25 anni, tale
Anna Sofritti. Sottoposto agli esami di rito all’automobilista è stato
riscontrato un tasso alcolemico triplo del consentito per legge…” non riesce ad
ascoltare oltre, Guido; Anna è la figlia di Giacomo, suo amico d’infanzia, che
ha visto l’ultima volta una settimana prima. E Giacomo, che vede un po’ di
rado, ma col quale non ha mai perso i contatti, è la persona alla quale è
ancora oggi più legato, dopo sua moglie ed i suoi figli. Si sentono una o due
volte al mese, è vero, ma ogni volta è come se si fossero lasciati solo 5
minuti prima. Ricorda quando ha perso la sua Camilla, dopo un calvario durato
tre anni, in seguito ad un intervento al seno. E sorride quando gli torna in
mente lo scherzo che lui ha organizzato ai danni della coppia di freschi sposi,
con quel finto furto dell’auto addobbata con i fiori da usare per la cerimonia.
Scherzo finito con risate da parte di tutti, anche della coppia. No, non doveva
capitare anche questo, non è giusto.
Aspetta da ore, dietro la
pesante porta del palazzo, e la rabbia gli fa vedere quei mazzi di fiori sempre
freschi appoggiati sul marciapiede dove è stata investita ed è morta Anna. Una
rabbia sorda e cieca, alimentata solo da una sete di giustizia frustrata. Il
Vender è stato condannato, ma non ha fatto un solo giorno di carcere. Non guida
ancora l’auto, è vero, ma lo vede ogni tanto sorridente dentro una delle sue
tre gioiellerie, dietro i vetri blindati, quella in Via Garibaldi. Per lui la
vita continua come prima, se la gode, fa affari anche se è un assassino, va in
vacanza, vede gente ed ha una faccia da porco.
Aspetta da ore, dietro la
pesante porta del palazzo, e pensa alle tombe in Certosa, lontane una
dall’altra, perché il suo amico Sofritti non ha mai avuto il denaro per
comprare una tomba di famiglia o anche solo loculi vicini uno all’altro. Sono
però in campi vicini, e l’ultima tomba è quella di
Giacomo, morto di crepacuore, o suicidato, qui le voci non sono
concordi, meno di sei mesi dopo l’incidente della figlia. Lui ogni tanto va in
Certosa, il posto gli piace, ritrova tanti che conosce. Quelli che non
conosce, dopo ripetuti passaggi davanti ai loro monumenti funebri o alle loro
lapidi, si convince di averli conosciuti.
In Certosa ha l’impressione
che la vita sia più accettabile. La moglie non sa che lui ogni tanto, invece di
fare i soliti due passi in centro, va nel cimitero. Lì parla con quelli che lo
ascoltano, si confessa, dice cose che i vivi non sapranno mai di lui. È con
loro che poco a poco ha deciso di vendicare l’amico, raccontando ed ascoltandoli.
Lo hanno sconsigliato, è vero, ma non tutti. Un maresciallo severo gli
suggerisce, muto, di non fare cazzate, di stare attento a non lasciare nessuna
prova, e che se ritiene giusto farlo, che lo faccia senza perdere mai la calma
e la concentrazione, senza fare errori.
Aspetta da ore, dietro la
pesante porta del palazzo, e sente il bisogno di svuotare la vescica perché la
prostata, alla sua età, non gli concede troppa autonomia. Ora è buio. Si
azzarda a muoversi, entra nel cortile e trova un cespuglio provvidenziale, ma
ha paura di essere visto o udito. Fa in fretta, poi torna dietro la pesante
porta, e nessuno lo ha notato.
Aspetta oramai da ore,
dietro la pesante porta del palazzo, ed inizia ad essere stanco. Comincia ad
avere sempre più dubbi. Ora è del tutto buio e lui vede un po’ nero, in tutti i sensi, scorge
difficoltà impreviste, comincia a
pensare che potrebbero separarlo per sempre da sua moglie e dai suoi figli.
Non prova pietà per
l’assassino, ma si rende conto che da mesi lui stesso ragiona come un assassino,
anche se per vendetta, per sete di giustizia, per pareggiare i conti.
Esce dal nascondiglio e va
in strada, quasi stupito dello strano silenzio attorno. Non passa nessuno.
Percorre a piedi vicoli e piazzette, sbuca in Via Saraceno, si avvicina alla
sua bicicletta parcheggiata davanti ad una libreria con molti testi ebraici,
toglie la catena, sale in sella e pedala passando per il Listone sino al ponte sul canale di Burana, in
Via Bologna. Qui si affaccia dal
parapetto, getta il coltello, poi si dirige in Via Argine Ducale. La moglie
tornerà solo tra qualche ora, dopo aver trascorso la giornata con la vecchia madre.
Il gioielliere Vender, quel
giorno, è vittima di una rapina. Brutalmente aggredito, morirà dopo 20 giorni
senza riprendere conoscenza. Lui questo lo scoprirà solo il giorno dopo.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
La 'galera' nella vita non sempre la si vive dentro un penitenziario,a volte la si vive nel cuore,e nn dà mai la libertà,ma la gente non la vede, vede solo un'ingiusizia.
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