Parlare di te mi riesce
difficile, alcune parole le odio ma sto imparando a dirle, gli altri non
capirebbero altrimenti, del resto non è colpa della parola se un fatto esiste. Quando
dico incendiare il verbo mi serve per comunicare in modo chiaro e tutti
capiscono di cosa si tratta. Se uso altri termini, magari poco comuni o
gergali, se volutamente non voglio evocare la parola e parlo di scatenare una vampa
distruttiva qualcuno non saprà cosa in realtà sto dicendo. E comunque voglio
parlare di te, mi aiuta a trattenerti e a darti la liberta di andare, di farti
sentire finalmente libera, almeno un po', e di farla anche finita con
alcune mie fantasie un po' malate (Mi contraddico? Nulla di grave). Senza esagerare però, senza fretta, con la
giusta lentezza ed evitando gattini ciechi. Ormai ho capito quello che è
successo, negarlo non ha senso. Resto ancora geloso, e so che fa ridere, di una
certa parte e di un certo modo, ma è appunto per questo che non spiegherò un
bel nulla della faccenda. Devo parlare di te, è ciò che da un senso a quasi
tutto il resto, che mi permette di non perdere il sistema metrico decimale
personale evitandomi di andare a spanne o a passetti in modo casuale e da
confondermi. Da quando sei partita sono avvenute molte cose, le hai viste, te
le racconto quando posso, penso a te quando devo decidere e immagino la tua
risposta alla mia domanda. Per oggi basta così. Devo pensare ai lavori che
procedono. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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