Fummo fortuna per librai e
scrittori, per editori ed edicole. Comprammo libri sempre e ovunque. Non disertammo
mai le librerie presenti nei festival di un tempo, ci attardammo davanti alle
bancarelle dei venditori di libri ambulanti e stanziali, frequentammo librerie
storiche a Trento e Modena, a Bologna e Carpi, a Ferrara e ovunque ci portasse
la vita, entrammo in stanze e sale ormai diventate altro, dove ora si vendono
mutante e pasticcini, dove si presta o si deposita denaro e le vecchie insegne
sono sparite da tempo. Fummo la fortuna di qualcuno assieme a molti altri, perché
non eravamo soli in quegli anni. Fummo perché siamo destinati all’estinzione, i
libri tradizionali cartacei avranno vita sempre più difficile. Molti che
potrebbero comprarli non lo fanno più per evitare di ingombrare casa con troppi
volumi, per evitare di spendere soldi, per mille motivi diversi ma che hanno lo
stesso effetto, le librerie chiudono e i libri si leggono sempre meno. Esattamente
come è avvenuto per le cartoline illustrate postali che in Italia ormai quasi
non si stampano più e ancor meno si spediscono. Noi fummo fortuna per chi
lavorava con i libri, ma siamo sempre meno, siamo una minoranza che quando
sparirà nessuno rimpiangerà perché saremo giudicati antichi e inutili
nostalgici. Qualcuno è già partito, altri partiranno alla spicciolata, come è
naturale sia. Ciao Viz, è stato bello entrare con te dove spacciavano questi
strani oggetti chiamati libri.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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