L'hanno vista che spingeva un carretto. A chi le chiedeva perché lo spingesse invece di trascinarselo dietro, che sarebbe pure stato più comodo, rispondeva che non voleva far cadere nulla senza accorgersene. Tutta la sua vita era sul carretto e voleva che vi restasse.
L’hanno vista e sentita urlare, bestemmiare e maledire tutto e tutti. In quel momento faceva paura a chiunque le passava a meno di cento metri di distanza. Stava distruggendo vasi, insegne, cestini per i rifiuti, biciclette appoggiare ai muri, cassette postali e panchine quando gli uomini di tre pattuglie sono riusciti a immobilizzarla e farla portare via da un’ambulanza dopo che i sanitari l'avevano sedata. Non so perché lo stava facendo ma so che il male, a volte, non sembra avere motivi.
L’hanno vista che spariva dietro l’angolo di una strada.
L’hanno vista cantare felice, stonata ma allegra e indifferente a chi ridendo le diceva che non sapeva cantare.
L’hanno vista piangere, tutti l’hanno vista piangere, ed era bella.
L’hanno vista sin da giovane trascorrere gli anni arrivando alla maturità e poi spingersi oltre, fino ad essere fermata quando stava progettando ciò che non vedremo mai, e che spetta a noi concludere.
L’hanno vista, certo che l’hanno vista…
Arrivederci Viz, dicono che domani sia un altro giorno.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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