giovedì 22 aprile 2021

Son caduto nel canale

Son caduto nel canale ma non mi sono fatto male. Cadendo in acqua di solito non si prendono botte, al massimo si beve, o si annega. E poiché adesso scrivo non sono annegato. Per ora.

Sono caduto nel canale perché è il mio destino, segnato da decenni, sin da quando percorrevo gli argini del grande Po ascoltando Ray che cantava del vecchio uomo del Mississippi. Oppure quando, più piccolo, mi avvicinavo troppo all’acqua di due piccoli canali davanti e dietro la casa dove abitavo. Ora sono stati coperti, e quella casa non la vedo da anni. Anche il porto-canale di Porto Garibaldi per un po' è stata una potenziale minaccia, ma a quel tempo ormai sapevo nuotare.

Sono caduto nel canale ritornando indietro nel tempo o anticipando qualcosa che magari non avverrà mai. Camminavo per le calli veneziane ed è successo. Non servono motivi seri per cadere, basta che capiti. Anche se non è reale è normale vedersi in una situazione non avvenuta, fa parte della fantasia.

Non so dire poi quali furono le conseguenze, solo che ci sono caduto dentro. Ancora mi aggiro e cerco non so cosa, un’ombra forse, un ricordo nascosto bene, qualcuno che mi manca, alcuni progetti che ormai non posso realizzare se non con dolore e che il buonsenso mi suggerisce di rimuovere. Come se il buonsenso fosse la mia guida.

Son caduto in un canale perché, dovendo cadere, rimane un’esperienza da non escludere. Ciao Viz.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

 

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