martedì 6 aprile 2021

Il mazzo delle carte

Il mazzo delle carte è spesso. Non sono 40, né 52 né poco più di 100, ma molte di più, e ho l’impressione che se ne aggiungano di nuove ad ogni ora che passa, sin dall’inizio.

Il gioco non è truccato però, è solo estremamente complicato sia da spiegare sia da giocare. Ed infatti io non sono in grado né di spiegarlo né di giocarlo, e non conosco nessuno capace di farlo.

Una carta mi ricorda mia madre, e vedo che lei selezionò le persone in modo molto rigido, quasi spietato. Ho preso da lei.

Una carta mi ricorda mio padre, poche distrazioni oltre al suo dovere se non quelle umane e condivise con mia madre. Impossibile giocare una carta senza mettere sul tavolo anche l’altra.

Alcune carte vendono la mia prima famiglia in uno dei suoi momenti, e poi tante altre la descrivono mutata nel tempo. Nessuna carta è sincera sino in fondo, cioè nessuna dice tutta la verità, e nessuno la potrà mai conoscere, neppure io che c’ero.

Una carta è per mio nonno, e mi porta dolcezza e dolore. Una e per mia nonna, altro dolore ma anche tanta nostalgia.

Una carta vede l’arrivo di mio fratello. E molte altre lo riguardano, e ci riguardano.

Non so quante carte mi portano a te. Tu ti diverti a mescolarle e a non farmi capire quale viene per prima e quale per ultima. L’ultima ancora non me l’hai fatta vedere, sospetto.

Tra le carte trovo chi non c’è più neppure se lo voglio ritrovare.

E tra le stesse carte ritrovo chi ci sarebbe ancora se volessi riprovare, e non son se sia il caso.

Non ho mai saputo giocare a carte, lo ammetto.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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