Malgrado tu non abbia studiato in modo regolare, ti sei dato ugualmente da fare, ti spendi per aiutare dove serve e diventi persino un corrispondete giornalistico dalla Svizzera. Poi le cose migliorano, economicamente, e ti sposi. Smetti di fare il muratore, inizi a commerciare, ed allo scoppio della prima guerra mondiale, quando non hai ancora vent’anni, collabori con un ente governativo elvetico che si occupa di rifornimenti alimentari alla popolazione. Rientri poi in Italia, perché ormai hai due patrie, e sei sempre più impegnato, anche come amministratore locale.
Ormai
però Mussolini ha seguito una strada diversa, ed i suoi seguaci ti fanno
capire, a suon di botte, che in Italia non sei più gradito, quindi ripari di
nuovo in Svizzera. Devi ripartire da zero, ma ci sei abituato, e le difficoltà
le affronti senza lamentarti troppo. Quando arriva il 1924 sei a capo di un’impresa
di costruzioni, amministri varie società e diventi segretario della sezione
socialista nella tua città di adozione.
Possiedi
una bella casa, una villa, e la metti a disposizione di chi è fuggito come te
dall’Italia, e sostieni i tuoi connazionali esuli in tutti i modi. È così che
aiuti personalità come Pietro Nenni, o come Renzo Ravenna, il discusso podestà
fascista ed ebreo di Ferrara, tradito dalla sua città e dalle stesse persone
nelle quali, sbagliando, aveva creduto.
Quando
finisce la guerra rientri, ti fanno sindaco del paese dove sei nato, e poi,
finalmente, ottieni i riconoscimenti che meriti. Hai il grande onore di essere tra i Padri Costituenti della nostra Repubblica e vieni eletto, nella
prima legislatura, al Parlamento nazionale. Ora purtroppo la morte decide che
hai avuto troppo, ed è arrivato il momento di andare via con lei.
Sei
nato in gennaio e muori in agosto, è il 1948, hai 62 anni, una vita spesa per
gli altri e per la democrazia. Tu immagina come sia possibile ricordare il prossimo
25 aprile in un modo migliore di questo, cioè ricordando con gratitudine quello
che hai fatto per il nostro Paese.
La tua memoria, Luigi, è un nostro dovere. Il mio 25 aprile, per quest’anno, sei tu.
La tua memoria, Luigi, è un nostro dovere. Il mio 25 aprile, per quest’anno, sei tu.
Silvano
C.©
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