L’impresa titanica, la prova impossibile,
quella che ti potrebbe mettere veramente in difficoltà perché ti fa raggiungere
i tuoi limiti e ti mantiene in tensione la notte precedente, che ti fa pensare
a volte che qualche cosa potrebbe anche andare storta, ma che comunque ne vale
la pena e ti fa sentire il sapore della vita non è lanciarti da una vetta con
una tuta alare, arrampicandoti prima con l’attrezzatura, e poi giù, sfiorando i
200 km all’ora e sfidando le aquile.
Non è neppure affrontare un pesante, complesso
ed invasivo intervento chirurgico dall’esito incerto, appesantito da mille
incognite e con tante, tantissime paure, perché quelle non le puoi mandare via
in alcun modo. E poi, ammettilo, le corsie d’ospedale, le stanze di degenza,
gli ambulatori, ogni cosa attorno insomma, ti rendono evidente di come sia
tutto una ruotine, un già fatto, di come sia normale.
Non è un lutto, anche grave, che ti tocca. Quello
lo devi accettare, non lo puoi evitare, e col tempo te ne dovrai costruire una
ragione, anche se ti sembra ed è ingiusto. Troppi lutti sono ingiusti, ne sono
convinto, specialmente quelli che derivano da atti umani, e so che non è facile,
eppure non parlo di questo.
Non è il tentativo, l’ennesimo che compi, di
trovare un posto di lavoro dignitoso, che riconosca le tue capacità e ti offra
un compenso economico accettabile. È sicuramente una prova difficile, per molti
versi ingiusta perché altri godono di facilitazioni, percorsi riservati e sostegni
inconfessabili ed esclusivi, ma è altro che intendo.
Non parlo poi dell’amore, di come conquistarlo,
mantenerlo e difenderlo, dei sacrifici che richiede, del dolore che comporta,
delle enormi delusioni e sconfitte che quel sentimento impone puntualmente a
chi si piega ai suoi capricci. Del resto, se le cose vanno così, se per tutti è
così, non occorre certo che tu te ne faccia un vanto se hai affrontato le difficoltà che impone e ne hai accettato le regole che tu non puoi cambiare.
E non è faticare ogni giorno, svolgere la tua
funzione o il tuo incarico, alzarti presto e spostarti per decine di chilometri
solo per raggiungere un posto di lavoro sottopagato, in auto, che costa tanto,
o su mezzi pubblici che non funzionano mai come dovrebbero. Non si è eroi per
questo, troppi sarebbero eroi, e tu non lo sei. L’eroe senza macchia e senza
paura è solo al cinema, o nei fumetti, noi siamo semplici esseri umani.
No, te lo devo dire, la prova veramente difficile
è chiedere scusa, semplicemente, con una frase apparentemente umile. È ammettere
che hai fatto un errore, piccolo o grande, che hai involontariamente offeso, o
recato danno, o hai fatto uno sgarbo, o non hai visto prima e dopo era troppo
tardi. Del resto è difficile, molto difficile, capire che anche gli altri
esistono, e meritano rispetto. Lo stesso che pretendi, a volte in modo prepotente,
solo per te. Ecco cosa è difficile, credimi.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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