econdo l’art 75 della
Costituzione, hanno diritto di parteciparvi tutti i cittadini chiamati ad eleggere
la Camera dei deputati e la proposta referendaria è approvata se ha partecipato
alla votazione la maggioranza degli aventi diritto (50% +1) e se è raggiunta la
maggioranza dei voti validamente espressi.
È
interessante notare che l’art 75 è conseguente all’art 48, e quindi ne è una
precisazione ed interpretazione autentica. L’art. 48 dice che sono elettori
tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età, che il voto è personale ed eguale, libero e segreto e che il suo
esercizio è dovere civico.
Quindi
è evidente che il dovere civico si riferisce in modo esplicito alle elezioni,
non al referendum, in particolare per quello abrogativo, per il quale è necessario
raggiungere il quorum per determinarne la validità.
A
questo punto tento due previsioni sul risultato che si avrà il 17.
1-
Il
quorum verrà raggiunto, e voteranno cioè il 55% degli aventi diritto. In quel
caso vincerà il SI’, perché negli ultimi anni mediamente il NO ha raggiunto
circa il 15-20% delle scelte. Significherà che la maggioranza degli italiani
vuole il SI’? Non è detto, perché tra i sostenitori del NO molti si uniranno,
per scelta strategica consapevole, a chi comunque non ha intenzione di votare.
2-
Il
quorum non verrà raggiunto, e voteranno cioè il 45% degli aventi diritto. In quel
caso vincerà il NO, o meglio, la proposta referendaria verrà respinta. In quel
caso sarà più evidente che il SI’ non è maggioranza, ma rimarrà sempre il
dubbio che il NO non sia vera espressione della volontà popolare, perché a quelli che lo
faranno per scelta consapevole si mescoleranno gli altri, quelli che non sono
più interessati a votare, elezioni o referendum che siano.
Ed
ora alcune considerazioni.
La
prima è che il quorum andrebbe abolito, per rendere più obiettiva la lettura
della effettiva volontà della maggioranza degli italiani, evitando la
situazione descritta sopra.
La
seconda è che non votare ad un referendum è scelta legittima se esprime volontà
consapevole e non disinteresse. Ed è inutile citare chi ha dato la vita per
darci il diritto di voto, in questo caso, o che votando si ottenga una sorta di
patente di buon cittadino perché in realtà il fine ultimo della Costituzione democratica
è permettere che ognuno, liberamente, possa concorrere a far valere, nei modi
leciti previsti dalle leggi, la propria scelta.
La
terza è che invitare ad andare a votare o a non andare a votare è già una presa
di posizione chiara a favore o contro il quesito referendario, indipendentemente
dal ruolo che si occupa nella società civile.
La quarta e conclusiva è che le uniche scelte lecite e logiche per il 17 sono andare a votare e votare SI', oppure NON andare a votare.
La quarta e conclusiva è che le uniche scelte lecite e logiche per il 17 sono andare a votare e votare SI', oppure NON andare a votare.
Ho
letto un commento interessante (non mio) in una discussione sul tema, che
riporto integralmente:
Lo penso
anch'io e infatti ho detto che fosse per me abolirei il quorum. Dico però che
negli ultimi 20 anni si è creata la situazione paradossale che andare a votare NO
finisce solo per favorire la vittoria del SI’ e sinceramente mi dà molto
fastidio il fatto che andando ad esprimere la mia opinione io finisca per dare
una mano a chi la pensa in modo opposto.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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